Provincia di Benevento
Nessuna altra discarica nel Sannio, ricorso della Provincia

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La Provincia di Benevento, unitamente a quelle di Avellino e Caserta, ha inoltrato formale ricorso contro la delibera della Giunta regionale campana n. 402 del 4 agosto scorso con la quale si vuole imporre l’apertura di nuove discariche a servizio delle Province di Napoli e Salerno. Lo comunica l’assessore delegato all’ambiente della Provincia sannita Gianluca Aceto.
Che ha poi così commentato: «Le Province di Napoli e Salerno non solo sono prive (in tutto o in parte) di discariche, ma non hanno fin qui mosso un dito per individuarne i siti. Prosegue, dunque, la battaglia di civiltà della Provincia di Benevento contro i soliti tentativi di far pagare alle aree interne la malagestione delle zone costiere. Mentre Napoli e Salerno non hanno ancora aperto le loro discariche, vuoi per incapacità vuoi per manifesta e opportunistica volontà, la Commissione Europea ammonisce, per l’ultima volta, Governo e Regione, che puntano sull’incenerimento e trascurano le azioni prioritarie (riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclo) che invece sostanziano la pianificazione della Provincia di Benevento.
Il piano regionale Rifiuti Solidi Urbani (ma anche quello, altrettanto problematico, su rifiuti speciali e pericolosi) è del tutto incongruo. Smontata l’argomentazione delle cosiddette barriere geologiche, su cui anche ISPRA e ARPAC hanno confermato le tesi della Provincia di Benevento, giunge la notizia che nella sola Provincia di Napoli sarebbero ben 7 i siti in grado di ricevere frazione organica biostabilizzata (compost fuori specifica). La biostabilizzazione, quindi, doveva essere il primo dovere (tecnico, morale e politico) in capo alle due Province, entrambe guidate dal Centro destra, che erano e/o saranno prive di discariche. Invece non hanno nemmeno i progetti preliminari. Al contrario, la Provincia di Benevento e la SAMTE (la Società interamente partecipata dalla Provincia sannita per la gestione rifiuti), nonostante i problemi tecnici (leggi: sequestro e chiusura di Sant’Arcangelo Trimonte) ed economici, tra alcune settimane potranno biostabilizzare i rifiuti a Casalduni: in tal modo, migliorerà la qualità dei rifiuti da smaltire e ne diminuirà la quantità.
Qui i lavori dovevano essere già ultimati; ma lo scorso 21 settembre è intervenuta un’assurda ordinanza del sindaco di Casalduni, che, con un pretesto inqualificabile, ha bloccato l’esecuzione delle opere. Si tratta di un atteggiamento molto pericoloso, causa di notevoli danni economici alla Provincia, alla SAMTE e ai cittadini del Sannio: anche contro questi atteggiamenti ci tocca lavorare e andare avanti, producendo l’ennesimo ricorso al TAR.
Chi pagherà i danni prodotti? Il Sindaco Mazzarelli?
Ora la delibera di Giunta regionale n. 402 del 4 agosto 2011 ci vuole imporre la modifica dei piani provinciali e l’apertura di nuove discariche, ad uso di Napoli e Salerno. Cosa dicono quelli del centro destra? Che dicono deputati, senatori, consiglieri provinciali e sindaci del PDL, che tanto ci tengono (così dicono) al territorio sannita? Sopratutto, cosa faranno ora che sono resi edotti dell’ennesimo pericolo che viene dalla Regione, amministrata dai loro partiti?
Attendiamo speranzosi un sussulto di coerenza».