Medio Calore
Edificio ex Poste, ‘vogliamo conoscere gli atti relativi alla demolizione’

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“Ma si può essere incompetenti fino a questo punto? E giocare con la salute pubblica e l’ambiente ? Conoscete il principio di precauzione ? Ma quale tecnico e amministratore comunale ha disposto, assumendosene ogni responsabilità, l’abbattimento di una struttura in cui è verosimilmente presente amianto, come da denuncia del gruppo di opposizione consiliare Nuova San Giorgio e da dichiarazioni informali, acquisite nell’immediatezza, di personale dell’Arpac e dell’A.S.L., senza incaricare una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali?”: s’abbatte la critica feroce del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Legalità, con le parole della coordinatrice Rosanna Carpentieri, sulla storia dell’edificio ex Poste di San Giorgio del Sannio.
“Con quale criterio normativo – prosegue la Carpentieri – e quale gara di evidenza pubblica è stato conferito l’incarico di dispersione eventuale del micidiale asbesto ad una ditta, prescelta senza i necessari requisiti? I cittadini alla luce di tutto ciò chiedono ai sensi della legge n. 241/90 il rilascio di copia integrale dei seguenti atti:
– pratica edilizia inerente la costruzione dell’edificio aperto al pubblico da parte di Poste Italiane s.p.a., comprensiva di tutti gli allegati;
– rapporti tecnico – scientifici di sopralluogo e di prova dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale inviati all’Ente nel 2002, nel 2004 e in anni successivi, attestanti la presenza di amianto particolarmente nella pensilina e nelle tubature dell’immobile;
– delibera di giunta o altro atto provvedimentale con cui è stato conferito l’incarico di demolizione della struttura ad una ditta non specializzata nella rimozione e nello smaltimento di rifiuti tossici speciali.
– Contestualmente si richiede di sapere con comunicazione tempestiva in forma scritta da inoltrare alla coordinatrice del comitato civico le motivazioni a causa delle quali il cantiere non è stato neppure opportunamente allestito in vista della demolizione e non è stata osservata l’esposizione della cartellonistica di cantiere con tutte le indicazioni obbligatorie per legge (comittente, ditta, inizio e fine lavori, etc.);
– le motivazioni per cui il sito potenzialmente pericoloso non è stato interdetto al pubblico e/o non si è data pubblicità sul sito stesso alla interdizione per il pericolo asbesto con cartelloni recanti la dicitura: “pericolo amianto”;
– le motivazioni per cui sul sito, malgrado l’attuale sospensione dei lavori, non vi è ancora traccia dei provvedimenti dell’autorità di polizia o dell’autorità giudiziaria, con cui è stata il 22.09.2011 ordinata la immediata sospensione della pericolosa demolizione”.