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Foglianise intitolerà una strada all’artista e concittadino Luciano Caruso

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Il Comune di Foglianise intitolerà una strada all’artista e concittadino Luciano Caruso. Lo ha deciso l’amministrazione Mastrocinque con una delibera di giunta dello scorso 27 ottobre.
Il tratto in questione è quello che va da piazza Fiamme Gialle a via Fontana. La decisione è stata inviata alla Prefettura e alla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici per i provvedimenti di competenza.
Ad avanzare la richiesta al Comune era stato il direttore artistico del Museo Arcos di Benevento, Ferdinando Creta, con una istanza protocollata a fine aprile.
Luciano Caruso è nato a Foglianise nel marzo del 1944 ed è deceduto a Firenze nel dicembre 2002. Ha vissuto a Napoli fino al 1976, dove si è laureato in Estetica medievale con una tesi sui Carmina figurata; si è poi trasferito in Toscana. Nell’ambiente culturale partenopeo ha frequentato gli artisti del Gruppo 58 (Mario Persico, Guido Biasi, Enrico Bugli, Bruno Di Bello, Lucio Del Pezzo, Salvatore Paladino) che operavano nell’ambito della “nuova figurazione”.
Tra questi, in particolare, Luca (Luigi Castellano), fondatore della rivista d’avanguardia “Documento Sud” (1959-1961) e poi di “Linea Sud” (1963-1967), e l’amico Mario Colucci, che aderì al movimento della Pittura Nucleare, lo misero in contatto con l’ambiente milanese (tramite Enrico Baj e Sergio Dangelo) e parigino (i lettristi, François Dufrêne e i situazionisti). Grazie agli incontri a Napoli con il poeta Stelio Maria Martini, con il quale fondò nel 1967 il gruppo Continuum, e con Emilio Villa e Mario Diacono a Roma, Caruso cominciò a operare in direzione di una ricerca estetica militante, sperimentando le possibili relazioni tra dimensione verbale della poesia ed elementi visuali e materici della scrittura.
Questo percorso lo portò alla riscoperta degli antichi testi visivi medievali, fino ai carmi figurati tardo-latini, interessandosi anche alle ricerche di Alberto Burri e Piero Manzoni. Realizzò quindi scritture manoscritte e stampate su fogli intonsi o strappati, su cui agì anche con cancellature o macchie, assemblandole a oggetti (tra cui foglie, cortecce e corde). I suoi primi testi scritturali risalgono al 1963-1964 e il suo primo libro-opera è del 1965; nel 1968 pubblicò “Il gesto poetico. Antologia della nuova poesia d’avanguardia”.
Studioso del Futurismo, dal 1974 curò la ristampa di numerosi testi futuristi e diresse collane in questo ambito. Tenne più di sessanta mostre personali e partecipò a tutte le più importanti esposizioni in Italia e all’estero dedicate alla nuova scrittura, alla poesia visiva, ai libri d’artista. Nel 2002, anno della scomparsa, fu tra i curatori a Reggio Emilia della mostra “Alfabeto in sogno”, e presentò a Napoli gli ultimi suoi cinque libri, da lui considerati «scritture di viaggio».