Sindacati
I sindacati di base proclamano lo sciopero generale il 6 settembre

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Le confederazioni e le organizzazioni sindacali USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI riunitesinella giornata odierna, hanno condiviso un percorso e concordato una nota diffusa alla stampa: "Si considera indispensabile – scrivono – una forte risposta dei lavoratori alle manovre di luglio e di agosto del governo. In questo senso si indice lo sciopero generale di 8 ore per il giorno 6 settembre 2011, quale primo momento di una mobilitazione che non si esaurisce chiaramente con questa azione di lotta, a sostegno della seguente piattaforma:
– contro le politiche dell’Unione europea e le manovre del governo che applicano le misure imposte dall’Europa, dalle banche e dai poteri forti finanziari che hanno determinato e speculato sull’attuale crisi mondiale;
– per la cancellazione del debito, il blocco delle spese militari e una politica nazionale ed europea basata sui diritti e le legittime aspettative dei popoli e non della finanza e degli speculatori;
– contro l’evasione/elusione fiscale e contributiva e per una politica fiscale a sostegno del lavoro dipendente e dei redditi; per il diritto all’abitare;
– per una forte patrimoniale e la tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie;
– contro la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e del libero mercato; per la nazionalizzazione delle banche e delle grandi imprese strategiche per il paese e per un impegno dello stato capace di rilanciare e finanziare la produzione e i servizi;
– a difesa dello Statuto dei lavoratori, contro l’attacco ai diritti dei lavoratori e il patto sociale che il governo vuole trasformare in legge;
– riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, lo sblocco dei contratti di lavoro, la difesa del Contratto nazionale, l’istituzione del reddito sociale, la fine della precarietà ed il diritto al lavoro stabile;
– per la regolarizzazione generalizzata dei migranti e per il mantenimento del permesso di soggiorno di coloro i quali hanno perso il lavoro;
– contro le privatizzazioni mascherate da liberalizzazioni per la difesa dei beni comuni in coerenza con gli esiti referendari;
– contro la privatizzazione della scuola, della ricerca e dell’università e per il diritto al sapere;
– contro l’abolizione delle festività a partire dal 1° maggio e dal 25 aprile;
– per una legge democratica e pluralista sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro.
La concomitanza dello sciopero con quello indetto anche dalla Cgil – specificano però – non deve essere interpretato
come una condivisione delle motivazioni proposte da questa confederazione dalla quale ci divide nettamente anche la firma dell’accordo del 28 giugno scorso. Il 6 settembre le scriventi confederazioni e organizzazioni sindacali manifesteranno quindi in molte città italiane su piazze diverse da quelle della Cgil.
Oltre allo sciopero generale si condivide sin da ora la necessità di individuare e praticare una serie di iniziative a livello nazionale e territoriale ed una mobilitazione incisiva e di lunga durata, a cominciare dal 6 settembre e dall’Assemblea nazionale del 10 settembre indetta a Roma".