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Calcio

La Strega cala il poker, riscatta Cosenza e rilancia i sogni di gloria

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Il Benevento piega con piglio autoritario le residue velleità salvezza del Pordenone, riscatta il tonfo di Cosenza e conquista tre punti importanti sia per restare agganciato al treno promozione diretta sia per consolidare una posizione privilegiata in chiave spareggi. Degli scatenati Moncini e Farias, autori di una doppietta a testa da urlo, le reti con cui la Strega vince 4-1 a Lignano Sabbiadoro, preparandosi al rush finale di un torneo dall’esito ancora incerto.

Alla terza uscita in una settimana, Caserta opta per una mini rivoluzione degli interpreti, dettata in parte dalla necessità di ovviare agli infortuni di insigne e Vogliacco e in parte dal desiderio di concedere fiato a qualche atleta spremuto dal recente tour de force. Nel collaudato e intoccabile 4-3-3, dunque, si rivedono dal primo minuto il baby Pastina nel cuore della retroguardia, Foulon in luogo di Elia, con capitan Letizia tornato sull’out destro, il redivivo Petriccione, assente dalla line up da febbraio, al posto di Ionita, Tello a dare il cambio a Improta e Moncini terminale offensivo, con Forte in panca e il rientrante Lapadula solo in tribuna.

Al pronti via, è subito vantaggio giallorosso. Spunto di Farias sulla corsia mancina, traversone al bacio per Moncini e letale incornata dell’ariete toscano. Immediata la replica dei locali, affidata al sinistro di Butic respinto da un attento Paleari. L’avvio di gara è di quelli pirotecnici e così la Strega sfiora il raddoppio al 6’ ancora con Moncini, abile a prendere il tempo ai centrali neroverdi su traversone basso di Letizia ma non abbastanza preciso da inquadrare lo specchio. L’appuntamento con la personale doppietta, tuttavia, è solo rimandato. Al 18’, infatti, la punta riceve palla in area da Acampora e dopo un pregevole controllo con annesso dribbling, piazza la sfera nell’angolo alla sinistra dell’incolpevole Bindi, realizzando un gol da cineteca.

Il Pordenone accusa tremendamente il colpo e un Benevento straripante sfiora il tris nel giro di un paio di minuti con Tello, che prima si vede respingere la conclusione dal numero uno locale sugli sviluppi di una funambolica azione di Farias, e poi accarezza il palo con una bordata mancina dalla distanza. Il monologo sannita procede senza tregua e alla mezz’ora si registra lo squillo di Acampora, che da invitante posizione scaglia una saetta neutralizzata da Bindi. Al festival delle chance partecipano anche Foulon, con una conclusione che si spegne a lato di pochi centimetri, e Petriccione, autore di un velenoso calcio di punizione nonché ultimo sussulto della prima frazione.

Nella ripresa il copione tattico non muta di una virgola. La prima azione degna di nota della ripresa è di marca neroverde e porta la firma di Butic, il cui stacco volante dal cuore dell’area piccola trova la presa in due tempi di Paleari. Si tratta di un episodio isolato perché il Pordenone è tutt’altro che arrembante e il Benevento gestisce agevolmente vantaggio e possesso, senza rinunciare a qualche sortita offensiva, come al quarto d’ora, quando Farias si vede annullare il tap in da due passi da un disperato intervento in estirada di Zammarini. Il brasiliano può comunque rifarsi più tardi, capitalizzando con un chirurgico destro a giro da posizione defilata una ripartenza orchestrata da Tello su errato disimpegno di Dalle Mura. Trascorrono appena cinque giri di lancette e Farias concede il bis, realizzando in fotocopia, stavolta su assistenza del neoentrato Forte. 

La Strega congela il risultato e tira progressivamente i remi in barca, lasciando l’ininfluente finale ai ragazzi di Tedino. Un missile terra aria del Golden boy di casa Cambiaghi fa da preludio al gol della bandiera che manda su tutte le furie Paleari, desideroso di portare a casa il clean sheet. Fa tutto il solito Cambiaghi, unico a salvarsi dei suoi, che si invola a sinistra, regge all’urto di Barba e appoggia dietro per l’accorrente Gavazzi, il quale scarica la sfera in fondo al sacco di prima intenzione. 

E’ l’ultima emozione di un match che sancisce un doppio verdetto: da un lato l’aritmetica retrocessione in C del Pordenone, dall’altro il rilancio dei sogni di gloria del Benevento, ancora aggrappato ai piani alti di un’indecifrabile graduatoria. 

PORDENONE-BENEVENTO 1-4

PORDENONE (4-3-1-2): Bindi, El Kaouakibi (1’st Deli), Barison (22’st Bassoli), Dalle Mura, Perri, Lovisa, Zammarini, Pasa (17’st Gavazzi), Cambiaghi, Butic, Candellone (17’st Okoro). A disp. Fasolino, Sabbione, Mensa, Pellegrini, Secli, Valietti, Andreoni. All. Tedino.

BENEVENTO (4-3-3): Paleari, Letizia, Barba, Pastina, Foulon, Viviani (22’st Calò), Petriccione (11’st Elia), Acampora (27’st Talia), Tello, Moncini (22’st Forte), Farias (27’st Brignola). A disp. Manfredini, Muraca, Gyamfi, Masciangelo, Ionita, Improta, Sau. All. Caserta

Arbitro: Giacomo Camplone di Pescara

Marcatori: 2’pt Moncini, 18’pt Moncini, 21’st Farias, 26’st Farias, 41’st Gavazzi

Note: Ammoniti Pasa, Candellone, Okoro, Elia. Recupero 0’pt e 0’st

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