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San Pio, la Fials attacca sulla manca di Oss nei reparti covid

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“Continuano i decessi per Covid all’Azienda Ospedaliera “San Pio” di Benevento, come continuano ad essere carenti infermieri e Operatori Socio Sanitari (OSS), principalmente nell’Area Covid. Nei reparti di Malattie Infettive con 24 posti letto occupati e in Pneumologia, con 12 posti letto occupati, da integrare con altri 6 posti letto, è presente un solo Operatore Socio Sanitario sia di mattino che di pomeriggio, per reparto. Ricordo che l’operatore socio sanitario fornisce assistenza ai pazienti parzialmente o totalmente non autosufficienti sul piano fisico e/o psichico. Effettua sia interventi di tipo igienico-sanitario-aiuto nelle operazioni per la cura e l’igiene personale, vestizione, alimentazione ecc”. Lo scrive in una nota la segreteria provinciale della Fiasl Benevento.
“Teniamo ad evidenziare – spiega – che la Direzione Generale del “San Pio” ha reclutato OSS con la legge 68/99 (Art.1 collocamento disabili), stipulando una convenzione con l’A.O. “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno per lo scorrimento della graduatoria di un concorso per disabili. Nel 2015, però, l’Azienda Ospedaliera di Benevento, con delibera n.524/2015, revocava un concorso per 5 posti di OSS con la motivazione: “in quanto trattasi di qualifica che, in relazione al lavoro da svolgere in Reparto, richiede la complessa efficienza” e dirottando, giustamente, l’assunzione di disabili su profili amministrativi. Oggi però la richiesta “complessa efficienza”, tanto più in pieno COVID, secondo l’attuale Management del “San Pio” non serve più. Come se non bastasse, a completare l’opera, la meraviglia organizzativa si è pensato di dislocare questi OSS disabili nei reparti di degenza, mentre altri OSS, senza disabilità (di sana e robusta costituzione), di collocarli nei servizi o dietro le scrivanie degli uffici amministrativi. Abbiamo segnalato tale questione al Direttore Generale e agli Organi preposti al controllo nell’Azienda Ospedaliera di Benevento, ma non abbiamo avuto alcuna risposta.
L’organizzazione e l’assegnazione del personale OSS – attacca la Fials -, una volta che la Direzione Generale lo ha erroneamente arruolato, per i motivi sopra esposti, dovrebbe essere di competenza del Dirigente Infermieristico che presso l’Azienda Ospedaliera di Benevento, nonostante un concorso bandito 3 anni fa (mai espletato), non è presente. L’incarico è affidato a un infermiere del comparto, che per il solo fatto di non essere un Dirigente non può evidentemente ricoprirlo. Per spiegarci meglio è come se mancando un Medico Chirurgo l’Azienda manda in sala operatoria ad operare un infermiere ferrista, motivandolo con il fatto che “tanto in sala operatoria ci andava lo stesso”. Inoltre mentre per altri concorsi già banditi dall’Azienda, in presenza di graduatorie ancora in vigore presso altre aziende, sono stati revocati, motivando tale scelta a seguito dell’applicazione della legge n.3/2003 e di varie circolari regionali che prevedono che dove ci sono graduatorie aperte bisogna reclutare personale da quelle graduatorie, nel caso del “Dirigente Infermieristico”, questa norma è stata violata. E’ infatti presente, una graduatoria aperta, presso l’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon di Napoli (delibera n.386 del 12 giugno 2020), dalla quale si poteva, da ben 2 anni, attingere “Dirigente Infermieristico”, così come è stato fatto per gli altri concorsi banditi e revocati.
Come mai per questo concorso non è avvenuto? Cui prodest? La Fials – prosegue la nota – ha segnalato tutta la problematica degli OSS e la questione del dirigente infermieristico, rivolgersi al Direttore Sanitario Interpresidiale e non avendo avuto risposte esaustive, segnalando tale problematica anche al Direttore Generale e al Collegio Sindacale, allegando, nel caso degli OSS, anche i turni, ma nessuno ha fornito risposta. A questo punto chiediamo l’intervento della Stampa nella qualità di possibili pazienti, visto che nessuno ascolta. I contagi aumentano giorno dopo giorno e che il personale è sempre più stressato, in particolare gli infermieri che sono costretti a sopperire alla carenza di OSS svolgendo anche compiti non attinenti alla loro professione. L’operatore socio sanitario ribadiamo fornisce assistenza ai pazienti parzialmente o totalmente non autosufficienti sul piano fisico e/o psichico, che effettua sia interventi di tipo igienico-sanitario-aiuto nelle operazioni per la cura e l’igiene personale, vestizione, alimentazione ecc.. Tale situazione costituisce un demansionamento per l’infermiere.
Considerato che la problematica della carenza di personale investe la qualità e quantità del servizio in termini di “buona sanità” da erogare nel rispetto della dignità e del diritto alla salute, costituzionalmente garantito – conclude la segreteria provinciale della Fials -, già da ora preannunciamo che siamo costretti a chiedere l’intervento degli Organi preposti sia al controllo che alla vigilanza sulla salute del paziente”.