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CRONACA

Peculato, sequestro di beni a Consorzio per la gestione dei centri di accoglienza

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Nel pomeriggio di ieri, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i finanzieri del Comando Provinciale di Benevento, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura, nei confronti di tre soggetti, uno dei quali amministratore di fatto di un Consorzio, con sede in Benevento, avente quale oggetto sociale la gestione dei centri di accoglienza per migranti siti in vari territori della provincia di Benevento,  in relazione al reato di peculato.

Il provvedimento è stato emesso all’esito delle indagini delegate dalla Procura alla Finanze di Benevento che aveva già condotto – nel mese di luglio 2020 – all’emissione di un primo decreto di sequestro preventivo da parte del Tribunale sannita, eseguito il 24 luglio 2020 dal Nucleo Pef Benevento ed avente ad oggetto la somma di 1.146.602,28 euro ancora da erogare a saldo delle prestazioni operate dal citato consorzio (riconducibile ad uno degli indagati), in quanto ritenuto profitto del reato di frode nelle pubbliche forniture.

Quest’ulteriore provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stato emesso in ordine ad ulteriori beni nella disponibilità degli indagati, fino alla  concorrenza di 774.127,49 euro, quale profitto del reato di peculato.

Le indagini svolte, alle quali ha fornito utile apporto anche la Prefettura di Benevento, hanno consentito di acquisire elementi, ritenuti sufficienti dal GIP ai fini del sequestro, in ordine all’accertamento, nello specifico, che l’amministratore e gestore di fatto del Consorzio, struttura – quest’ultima – aggiudicataria dei bandi di gara e delle convenzioni stipulate con la locale Prefettura, si è appropriato, sia direttamente che attraverso alcuni congiunti, di ingenti somme di denaro erogate al Consorzio, che venivano utilizzate per sostenere costi non inerenti l’oggetto sociale ma transitavano su conti personali  e destinati ad un utilizzo diverso quello consentito dal titolo di erogazione ed impiegate ed  in diversi occasioni, per spese personali dell’amministrazione di fatto.

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