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POLITICA

‘Lavori usuranti, va modificata la legislazione vigente’

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L’onorevole Costantino Boffa ha presentato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata ai Ministri del Lavoro e dell’Economia per chiedere la modifica dell’attuale legislazione in tema di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
Il Decreto Legislativo n.67 che regola la materia, introduce, infatti, una giusta differenziazione tra le tante e diverse tipologie di lavori prevedendo, di conseguenza, una diversa valutazione sia ai fini contrattuali che previdenziali.

“Nonostante gli sforzi del legislatore – dichiara l’on. Boffa – permangono tuttavia alcuni aspetti critici, evidenziati più volte anche dalle forze sindacali. Pensiamo al fatto che, per le pensioni da liquidare con decorrenza tra l’entrata in vigore della legge ed il 31 dicembre 2017, occorrerà aver svolto lavoro usurante per un periodo di 7 anni nel corso degli ultimi 10 anni di lavoro compreso l’ultimo anno e dunque i lavoratori e le lavoratrici che termineranno la loro carriera lavorativa con periodi di cassa integrazione, mobilità, disoccupazione, pur avendo svolto magari a lungo lavori classificati usuranti, perderanno il diritto ad anticipare il loro pensionamento”.

“Inoltre, per ciò che attiene ai lavori notturni, il decreto prevede che per aver titolo ai benefici occorre che il lavoratore all’atto del raggiungimento dell’età pensionabile abbia come minimo svolto 64 notti di lavoro all’anno per sette anni negli ultimi dieci, senza tenere in conto la retroattività e la possibilità che un lavoratore possa aver già raggiunto tale obiettivo molto prima dei dieci anni stabiliti, mentre potrebbe non raggiungerli negli ultimi dieci. Altre perplessità – aggiunge Boffa – derivano dal fatto che per avere accesso all’agevolazione pensionistica il lavoratore deve aver svolto il numero minimo di 64 notti eppure può accadere che in un anno il numero di notti in cui si è prestato servizio siano inferiori a 64 e l’anno seguente magari siano molte di più: meglio sarebbe se fosse applicato il criterio della media aritmetica”.

“Con questa interrogazione ho voluto raccogliere la legittima preoccupazione di alcuni lavoratori di Benevento della Rete Ferroviaria Italiana che hanno dimostrato come pur avendo già negli ultimi dieci anni svolto una media di notti di lavoro superiore alla soglia delle 64 notti richieste dal decreto, potrebbero comunque non maturare i requisiti per l’accesso alle agevolazioni pensionistiche proprio perché si prende come unico riferimento il numero minimo di notti di lavoro e non la media aritmetica.

Da qui – conclude il deputato – la richiesta ai Ministri interrogati di convocare un apposito incontro con le rappresentanze sindacali al fine di verificare la possibilità di concordare modifiche all’attuale legislazione che, nonostante sia animata da una volontà certo condivisibile, al momento esclude dalle agevolazioni pensionistiche tanti lavoratori che meriterebbero pacificamente di rientrarvi”.

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