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Copagri: svolta al green deal e stop ai lunghi tempi burocratici

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“Per garantire una vera ‘svolta green’, assicurandosi che questa diventi strutturale e che venga tramandata alle future generazioni, è prioritario riconoscere all’agricoltura il ruolo di custode dell’ambiente e del territorio, andandone a normare puntualmente la figura e riconoscendone a livello nazionale la grande utilità.
Diverse organizzazioni sono già intervenute sulla questione e riteniamo sia arrivato il momento di colmare quella che, a tutti gli effetti, appare come una lacuna del nostro assetto legislativo. E’ quanto richiede il presidente provinciale della Copagri, Nadia Di Cerbo, sulla PAC post 2020, e sul futuro della politica agricola dell’Unione Europea, legato a doppio filo con il bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027. Come organizzazione Copagri, non solo saremo presenti sui tavoli tecnici per i futuri PSR 2023-2027, ma scriveremo le nuove linee guida del green deal.
Tra le nostre proposte puntiamo alla strategia “dal produttore al consumatore”, alla biodiversità e all’innovazione aziendale, insomma ad un vero e proprio business plan e non più al “semplice ricambio del trattore”. In sostanza le proposte si concentrano in particolare sul garantire un trattamento equo, un futuro economico stabile agli agricoltori e una salvaguardia della posizione degli agricoltori al centro della società europea.
Basta a vecchi Psr, come quelli del 2017-2020, dove produttori agricoli ed aziende agricole hanno anticipato denaro per iniziare a lavorare e ad oggi ancora, specie nel beneventano, non si sono visti arrivare questi finanziamenti, e a questo punto non sanno se mai arriveranno questi fondi.
Come presidente provinciale – aggiunge Di Cerbo – sono vicina ai miei associati e chiedo alla Regione e alle istituzioni la riduzione di questi aspetti burocratici e lunghi che finiscono per inginocchiare i nostri produttori. Come organizzazione, presente attivamente, nei prossimi tavoli tecnici saremo i primi a chiederne la semplificazione.
Ritengo che le criticità delle filiere agricole non nascono con l’emergenza Coronavirus e purtroppo non si esauriranno con il concludersi di questa pandemia, se prima non si risolvono i problemi atavici che frenano lo sviluppo dell’agricoltura: la modernizzazione del paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale, territoriale e di genere dovranno quindi essere le linee strategiche sulle quali innestare la ripartenza, senza prescindere dal necessario lavoro sulla semplificazione della burocrazia e sulla promozione degli investimenti.
Da parte mia – conclude Di Cerbo – va il primato a tutti i produttori agricoli, che nonostante le grandi difficoltà legate alla pandemia del Coronavirus e alle conseguenti misure restrittive messe in campo per fronteggiarla, hanno continuato a lavorare con grande senso di responsabilità, assicurando il costante e regolare rifornimento degli scaffali dei supermercati”.