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CRONACA

Scatta il 41 bis: ‘carcere duro’ per il 63enne Corrado Sparandeo

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“41 bis” per il 63enne beneventano Corrado Sparandeo. Il provvedimento è scattato nella giornata odierna: a disporre il regime speciale è stato un decreto del Ministro della Giustizia emesso lo scorso 22 dicembre.

Sparandeo, ritenuto a capo dell’omonimo clan operante nel Sannio, era detenuto presso la casa di reclusione di Sulmona per reati di associazione camorristica ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, nonché reati in materia di traffico di stupefacenti. In terra abruzzese stava scontando una condanna di oltre 11 anni per l’indagine ‘Tabula rasa’ condotta dai carabinieri.

Ora i suoi legali Luca Russo e Vincenzo Sguera, nominati in merito a questa vicenda, potranno impugnare il provvedimento davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma.



Lo hanno spedito al 41 bis, il regime speciale che prevede una serie di restrizioni, a cominciare da un numero minore di colloqui con i familiari. E’ stato il ministero della Giustizia, dopo un’istruttoria del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a disporre il carcere duro per Corrado Sparandeo, 63 anni, di Benevento, ospite della casa circondariale di Sulmona, dove sta scontando la condanna a 11 anni, 1 mese e 10 giorni, per associazione di stampo camorristico, decisa per l’indagine denominata Tabula rasa, condotta dai carabinieri contro il clan Sparandeo.

A carico del 63enne, poi, una richiesta di condanna a 20 anni avanzata dal pm della Dda Luigi Landolfi nel rito abbreviato per le dieci persone tirate in ballo dall’inchiesta della Mobile che aveva fatto fibrillare la politica: era rimbalzata all’attenzione dell’opinione pubblica a metà gennaio, quando era stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare. Oltre 300 pagine dedicate a due estorsioni, un attentato incendiario, lo spaccio di droga.

Materiale che aveva riempito un’ attività investigativa che, pur di competenza della Dda perchè ipotizza a vario titolo l’associazione di stampo camorristico e l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, era stata iniziata nel 2016 dal sostituto procuratore Assunta Tillo, con il mirino puntato sulla campagna elettorale per le elezioni comunali a Benevento nel giugno del 2016.

Il provvedimento relativo al 41 bis, notificato agli avvocati Luca Russo e Vincenzo Sguera, che potranno impugnarlo, potrebbe essere stato adottato sulla scorta delle presunta pericolosità di Sparandeo anche durante la detenzione, così come era avvenuto alcuni anni fa per altri due imputati per Tabula rasa, nei confronti dei quali il regime era stato successivamente revocato.

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