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‘Strana amnesia di Artea. Falda contaminata: pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni da chiudere’

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“E’ davvero sorprendente la risposta della società Artea sugli accertamenti della presenza di Tetracloroetilene nelle acque dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni, soprattutto quando sostiene, a mezzo stampa, di aver “consegnato i dati ad ottobre 2019 e che da allora nulla di nuovo è avvenuto“. 

Invece, come abbiamo dichiarato nel nostro precedente comunicato, – scrive Sandra Sandrucci, presidente di Altrabenevento – la stessa società ha presentato recentemente una nuova relazione assunta al protocollo del Comune con il numero 61722 del 29 giugno 2020 per chiedere un ulteriore incarico, il terzo, per scavare altri pozzi piezometrici ed effettuare nuovi esami nell’acqua di falda che risulta contaminata dalla presenza di Tetracloroetilene.  

Artea, a seguito di altri due incarichi ricevuti dal Comune di Benevento nel 2019, ha già accertato nei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni (utilizzati da Gesesa per fornire acqua agli abitanti dei Rioni Libertà, ferrovia e Centro storico)  e in altri pozzi privati o scavati appositamente, la presenza  di Tetracloroetilene oltre la soglia di contaminazione di 1,1 microgrammi/litro.

Scrive il dott. Giuseppe Mazza, direttore di Artea, a pag. 26 della sua recente relazione che ll presente piano della caratterizzazione ha defìnito che le aree oggetto di indagine risultano essere contaminate” ed ha chiarito che “Per sito contaminato si intende una porzione di territorio il cui inquinamento eccede i livelli di contaminazione di soglia”. 

Il sindaco Mastella, nella sua solita risposta scomposta a mezzo stampa, parla latinorum e spiega che la contaminazione riguarda le “matrici ambientali”, che secondo lui sono il nulla. 

A tal proposito il direttore di Artea precisa Per le acque sotterranee con campionamenti di matrice indisturbata relativa all’acquifero relativo alle aree di Pezzapiana e di Campo Mazzoni si sono verificati superamenti di CSC (Soglia limite di contaminazione) sia in Pezzapiana che più spiccatamente in Campo Mazzoni”. 

Parliamo di acqua, quindi e non del vuoto assoluto! In verità non ci voleva la zingara, e neppure la spesa di circa 65.000 euro a carico del bilancio comunale – prosegue Sandrucci nella nota – per accertare che la presenza del Tetracloroetilene, oltre la Soglia di Contaminazione, nelle acque dei pozzi serviti alla parte bassa della città non era una invenzione di Altrabenevento e neppure un fatto episodico, considerato che uno studio dell’Arpac  ha certificato la presenza del pericoloso inquinante da oltre 15 anni. 

Adesso, Artea, accertata la contaminazione, vuole passare alla fase di identificazione della fonte inquinante e quindi alla eventuale bonifica e per cominciare questo ulteriore studio ritiene indispensabile scavare altri pozzi piezometrici, esaminare suolo e acque alla profondità di 40 metri allargando l’area di indagine per comprendere il deposito ferroviario di via Valfortore, l’ex magazzino tabacchi di via XXV Luglio, uno stabilimento dolciario  e la zona dove sorge l’Ipermercato I Sanniti [l’elenco completo dei 16 punti di prelievo è indicato alle pag. 14-15 della relazione ARTEA del 29 giugno 2020].

Quindi, a differenza di quanto sostengono il sindaco Mastella e il presidente dimissionario della Gesesa, Luigi Abbate (che ci tiene a ricordare di essere candidato alle elezioni regionali e al quale certamente non possiamo spiegare che cos’è una brutta figura) non ci siamo inventati assolutamente nulla e neppure facciamo riferimenti a notizie vecchie.   

L’ex Ministro della Giustizia approfitta della improvvisa e stranissima amnesia di Artea per fare campagna elettorale sostenendo che sta facendo di tutto per tutelare la salute degli abitanti della SUA città, la SUA comunità, i SUOI elettori e quindi annuncia la SUA solita querela al Altrabenevento. 

Finora, però, anche i costosissimi accertamenti sulla presenza di tetracloroetilene di cui Mastella si vanta, sono stati effettuati solo perché noi abbiamo denunciato il caso, sfidando anche le sue inutili querele. E’ chiaro, invece, che l’amministrazione Mastella e la Gesesa, non hanno fatto niente per migliorare la qualità dell’acqua servita agli abitanti della parte bassa della città. 

Già nel 2003 il Piano d’Ambito prevedeva espressamente la chiusura dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni  perché la qualità dell’acqua risultava già allora compromessa. Oggi non si può davvero pensare di fornire ai cittadini acqua prelevata dalla falda sotto la città con scarichi fognari non controllati e non depurati.

Sostengono Luigi Abbate e Clemente Mastella che gli abitanti di Ferrovia, Centro storico e Rione Libertà possono bere l’acqua dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni perché è ancora potabile nonostante la falda sia contaminata, ma la presenza di Tetracloroetilene è tuttora presente in quei pozzi in concentrazione doppia rispetto alla soglia di Contaminazione nonostante la miscelazione con acqua del Biferno.

E comunque, quando un sito è contaminato non può essere utilizzato! Infatti, proprio Mastella l’anno scorso, ha ordinato la chiusura di alcuni pozzi privati perché gli inquinanti avevano superato la Soglia di Contaminazione, senza considerare la soglia di potabilità. 

E’ bene ricordare, infine, che anche la società Artea nella relazione di giugno 2020 ha precisato che Tetracloroetilene e Tricloroetilene sono sostanze pericolose e potenzialmente cangerogene perché “I solventi cloruratì, una volta immessi nell’ambiente, non rimangono inalterati ma subiscono dei processi di trasformazione, soprattutto ad opera di agenti biologici che, da un lato possono ridurne la presenza, ma dall’altro possono originare sottoprodotti ancora più pericolosi di quelli originali. E’questo il caso di composti estremamente diffusi come il Tetracloroetilene (PCE) ed Tricloroetilene (TCE) che, nel percorso metabolico che caratterizza la loro biodegradazione, danno luogo a cis-1,2-Dicloroetilene (cis-1,2-DCE) e quest’ultimo al Cloruro di Vinìle (VC), cancerogeno, tossico e mobile di quanto non lo siano isuoi progenitori”.

E’ chiaro, pertanto, che essendo la falda acquifera Contaminata, in attesa di ulteriori lunghissimi esami per scoprire la fonte dell’inquinamento (forse), – conclude Sandrucci – i Pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni devono essere chiusi. Tutta la città può essere servita da acqua del Biferno”. 

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