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CRONACA

Rifiuti a Napoli, aperto un fascicolo per epidemia colposa

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La procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulla nuova emergenza rifiuti che ha colpito la città, ipotizzando il reato di epidemia colposa. Lo conferma all’ANSA il procuratore capo, Giovandomenico Lepore. E ci sono alcuni indagati, ovviamente senza aggiungere dettagli sull’identità degli indagati. Il fascicolo è stato aperto dalla procura, spiega Lepore, "in considerazione della drammatica situazione attuale esistente a Napoli", e sulla base "delle dichiarazioni di vari esperti, come la professoressa Triassi, sui rischi per la salute pubblica derivanti da ciò che sta succedendo". Una situazione, quella napoletana, che il procuratore sintetizza con l’aggettivo "impossibile".
"Abbiate fiducia nei magistrati". E’ l’unico commento rilasciato dal procuratore aggiunto di Napoli, Aldo De Chiara, coordinatore del pool reati ambientali, alla richiesta di ulteriori dettagli sull’inchiesta aperta per epidemia colposa.

***

E’ la seconda volta che la procura di Napoli apre un’inchiesta per epidemia colposa in relazione all’emergenza rifiuti. La prima è stata determinata dalla crisi del 2007-2008: quel fascicolo ha portato nell’aprile scorso a venti richieste di rinvio a giudizio, tra gli altri per l’allora sindaco Rosa Iervolino Russo, l’ex governatore Antonio Bassolino e l’ex prefetto di Napoli Alessandro Pansa, per le funzioni ricoperte a suo tempo di commissario per l’emergenza rifiuti. La permanenza dei rifiuti nelle strade, è la tesi del pm Francesco Curcio, provocò, nel periodo compreso tra il primo novembre 2007 e il 15 gennaio 2008, un enorme aumento di alcune patologie. Lo hanno sostenuto i tre periti, un medico legale e due epidemiologi, che sono arrivati a questa conclusione dopo aver esaminato le vendite dei farmaci da parte di tutti i grossisti ed i farmacisti della provincia. E’ emerso infatti che, in quelle settimane, ci fu un’impennata nelle vendita di alcune specialità medicinali. I periti hanno anche precisato che cosa si sarebbe dovuto fare per evitare la diffusione dei germi: "dalla disinfezione dei cumuli di rifiuti con sostanze adatte, quali ad esempio idrato di calce, alle derattizzazioni, al contenimento del randagismo, fino alla delimitazione delle zone cittadine maggiormente interessate dai cumuli di rifiuti". I sindaci, in particolare, avrebbero dovuto emettere "ordinanze urgenti a tutela della salute pubblica, quali la requisizione di aree per lo spostamento, il ricovero ed il deposito provvisorio dei rifiuti accumulati nelle strade urbane di maggiore percorrenza in zone a minore densità abitativa e a minore densità di istituti scolastici ed ospedalieri". Sul rinvio a giudizio deciderà il gup Raffaele Piccirillo, lo stesso che rinviò a giudizio tutti gli imputati del processo "Rompiballe". "Non c’é stata epidemia – commentò due mesi fa la Iervolino – ci sono le dichiarazioni del ministro della Sanità e degli enti preposti, come la Asl, che affermano il contrario. Comunque la magistratura si rispetta sempre". ‘avendo letto la motivazione della richiesta di rinvio a giudizio, ma soltanto le agenzie, devo dire che mi sembra un pochino strana, perche’ non c’é stata epidemia e a dimostrarlo ci sono i ricoveri in ospedali e l’uso dei medicinali". Tuttavia, "la magistratura si rispetta sempre, ci si presenta davanti a lei e ci si difende come fanno tutti i cittadini". Ad aprile Luigi de Magistris, in quei giorni candidato alla carica di sindaco di Napoli, commentò così le richieste di rinvio a giudizio: "L’inchiesta della Procura di Napoli è la conferma che non ci troviamo di fronte ad un evento imprevisto e catastrofico, ma al risultato amaro di anni e anni di cattiva amministrazione". (ANSA).

 

 

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