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Sindacati

Patto Istituzionale per lo sviluppo delle Aree Interne: ecco gli obiettivi dei sindacati

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“La crisi sanitaria, che ha messo a rischio la salute di tutti, ha travolto l’intero globo, l’Europa, l’Italia, la Campania e le Aree Interne, rischia di far arretrare ulteriormente il Mezzogiorno e le aree interne, segnando in maniera definitiva il futuro delle nostre Comunità. Le nuove criticità si sommeranno alle ataviche criticità, strutturali, del Sud Italia che sono insiti nella composizione demografica, nei livelli di occupazionali, livello e qualità della spesa pubblica, bassi livello redditi, prestazioni/servizi di pubblica utilità insufficienti, PP.AA. in ritardo tecnologico e di nuove competenze, illegalità diffusa. 

Le Aree Interne – scrivono i sindacati Cgil, Cisl e Uil – affrontano, da sempre, vecchie e nuove emergenze, ma l’emergenza della pandemia da CoVid-Sars-19 ci “costringe” a ragionare unitariamente, in senso generale per progettare il prossimo futuro in rapporto alla lotta alle malattie infettive. Quindi nel dramma dell’attuale pandemia c’è una nuova, ed ulteriore, sfida per tutti che chiede la riorganizzare di spazi pubblici, urbani, dei servizi, della socialità, dei luoghi di lavoro e domestici, con tutte le evidenti ricadute socio economiche. 

Per cui lavorare per un progetto generale e complessivo del paese è importante, ma per il Sud e le Aree Interne è vitale ed utile mantenendo l’impegno del ristoro” minimo al 34%, da parte del Governo sulla spesa corrente, unitamente al rilancio dell’azione pubblica, la fruibilità e gestione di “Spazi e Aree Pubbliche”, la tutela ambientale, la tutela della salute delle persone e dei lavoratori ha permesso, di gestire tanti settori durante l’emergenza e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Il giusto equilibrio, contributo e valorizzazione dei fattori, precedentemente richiamati, potranno permettere il rilancio delle aree interne grazie agli spazi “disponibili”, di fatto bloccando l’emigrazione dei giovani creando Lavoro dignitoso e “Servizi”, ovvero rilanciare le nostre comunità in modo che si possa, nascere, vivere ed invecchiare degnamente. 

Garantire a cittadini, lavoratori ed imprenditori la salute su tutto il territorio che va dalle aree urbane alle aree “remote montane” e rurali le così dette aree deboli/marginali a tutti i luoghi di lavoro e comunitari. 

Il DL “Rilancio” fatto dal Governo – spiegano le sigle – recepisce e consolida l’orientamento europeo, contenuto nel temporary framework già con il DL ‘Liquidità’ e, poi, con il DL ‘Rilancio’. Un primo passo importante anche se non completo, comunque il Governo si muove nella giusta direzione. 

Tuttavia, per rendere maggiormente positiva questa scelta c’è necessità di un rafforzamento e consolidamento delle relazioni industriali. Aprendo il confronto e l’informazione non solo con le controparti, ma anche con il Governo. In particolare, l’Articolo 57 (“Aiuti alle imprese per la ricerca e lo sviluppo in materia di Covid-19”), l’Articolo 58 (“Aiuti alle imprese per gli investimenti per infrastrutture di prova e upscaling”) e l’Articolo 59 (“Aiuti alle imprese a investimenti per la produzione di prodotto connessi al Covid-19”) possono delineare una importante filiera industriale e di servizi. 

Ricordiamo che la Commissione Europea prevede che “i costi ammissibili possono riguardare tutti i costi necessari per il progetto di ricerca, sviluppo e produzione, compresi i costi del personale […]” e, ancora, che “l’intensità di aiuto per ciascun beneficiario può coprire il 100% dei costi ammissibili per la ricerca fondamentale e non superare l’80% dei costi ammissibili per la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale industriale”. 

Il Governo sembra assegnare alle Regioni tutta la responsabilità di gestione e realizzazione degli aiuti del Capitolo 2 (“Aiuti di Stato alle Regioni”) per tutta la filiera sanitaria e Covid-19 descritta. Infatti, all’Articolo 62 si specifica che “le amministrazioni interessate (Regioni) provvedono all’attuazione degli articoli dal 54 al 61 a valere sulle risorse dei rispettivi bilanci”. 

Quindi l’impegno per un nuovo Sviluppo deve essere corale, velocemente avviato e realizzato passando da una vera condivisione, un Progetto che rilegga gli spazi urbani già solo immaginando di rilanciare la presenza di lavamani in bagni pubblici diffusi, puliti e sicuri che di fatto sono scomparsi o rarissimi, rilanciare l’edilizia con prodotti nuovi ecosostenibili e prefabbricati, azione tecnologica generalizzata, formazione, contrattare orari flessibili e smart working ai vari, efficientare le PP.AA. e la trasparenza degli atti per evitare fenomeni di illegalità e corruzione. 

Il DL rilancio prevede negli articoli dedicati alla coesione territoriale di allineare la riprogrammazione dei Fondi strutturali e di investimento europei con quella del Fondo sviluppo e coesione (FSC). Si tratta di un obiettivo condivisibile, anche se il ritardo nel raggiungimento di un accordo fra il Ministero del Sud e della coesione territoriale e le Regioni rischia di indebolirlo. L’articolo 241 prevede che le risorse residue del FSC dei cicli 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020 siano destinate a ogni intervento connesso “a fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia da COVID-19”, in coerenza con la riprogrammazione dei Fondi europei. La norma decorre dal primo febbraio. Tale riprogrammazione sarà approvata entro il 31 luglio dalla Cabina di regia Stato-Regioni-Città metropolitane. 

L’Articolo 242 entra nel merito del contributo che i Fondi strutturali europei possono apportare al contrasto dell’emergenza COVID-19. Sono due gli obiettivi: favorire la riprogrammazione dei programmi operativi nazionali (PON) e regionali (POR) finanziati dall’Unione Europea e liberare risorse. L’articolo prevede l’applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100% a carico dei Fondi UE per le spese – anche di quelle anticipate durante la fase di emergenza – dal primo luglio 2020 al 30 giugno 2021. Le risorse erogate dall’Unione europea a rimborso delle spese rendicontate per le misure emergenziali sono poi riassegnate alle stesse Amministrazioni che hanno proceduto alla rendicontazione e destinate al finanziamento di programmi operativi complementari (POC), già operativi o nuovi. La data di scadenza dei POC è il 31 dicembre 2025. Il Ministero per il Sud e la coesione territoriale si accorderà con le Autorità di gestione per il calcolo delle risorse attribuite ai POC e proporrà al CIPE le delibere da adottare per la definitiva approvazione delle risorse. In pratica, quindi, se le Autorità di gestione dei PON e dei POR hanno già impegnato delle spese per misure che sono state poi sostituite da altre in conseguenza dell’emergenza, per finanziare le misure precedentemente previste possono ricorrere alle risorse del Fondo sviluppo e coesione o a nuove assegnazioni, nel rispetto, però, dei vincoli di destinazione territoriale. 

Nel corso di un’Audizione al Senato, infatti, il Ministro Provenzano ha dichiarato che le risorse dei POR da riprogrammare ammontano finora a 3,8-4 miliardi di euro contro i 7 previsti. Quelle dei PON da riprogrammare sono, invece, più elevate del previsto perché ammontano a 4 miliardi di euro contro i 3 miliardi previsti. Un esempio di riprogrammazione delle risorse dei PON – contenuto nell’articolo 83 del D.L. “Rilancio” – è quello del programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani (IOG)”. Oltre 104 milioni di euro di questo PON saranno destinati quest’anno e nel 2021 all’assunzione a tempo determinato di giovani di età non superiore a 29 anni nel campo sanitario e tecnico specialistico. 

Per cui abbassare la pressione fiscale è giusto, ma la misura è positiva solo se si tratta di un intervento strutturale e non transitorio con un suo assetto definitivo perché altrimenti si creano ulteriori sacche di differenziazioni territoriale ed è quindi utile lavorare per una rivisitazione complessiva delle aliquote Irpef, partendo dalle addizionali regionali e comunali rendendole progressive, perché la vera emergenza nel nostro territorio è la mancanza di lavoro di qualità, rispetto dei Ccnl, per cui riprendere il Comitato Provinciale per l’Emersione del Lavoro Sommerso è utile, rafforzandone ruoli e poteri, perchè dobbiamo ribadire che stiamo parlando di lotta all’evasione; così come costituire un comitato provinciale per la legalità e lo sviluppo che sia riferimento di articolazioni comunali e macro-territoriali. 

Per creare prospettive di sviluppo credibili nelle aree arretrate – spiegano i sindacati – è necessario che il sistema economico crei in numero adeguato, opportunità lavorative di qualità, ossia posti di lavoro che corrispondano alle ambizioni ed alle qualifiche dei giovani e delle donne più competenti, motivati e intraprendenti. Tali forme di occupazione sono riconducibili a situazioni lavorative varie che si rinvengono in settori e all’interno di organizzazioni molto diversi. La qualità del lavoro ha a che vedere con la retribuzione dell’incarico, con le sue prospettive di stabilità e di carriera, con la possibilità per il lavoratore di esprimere le proprie istanze culturali o valoriali, con la trasparenza, la dignità e la legalità che caratterizzano il contesto lavorativo. E’ da ritenersi che un’occupazione di qualità nel senso sopra indicato si rinvenga con maggiore probabilità (anche se non esclusivamente) presso le imprese o organizzazioni di maggiori dimensioni, a maggiore intensità di conoscenza e tecnologia, fra quelle localizzate in ambienti più salubri e assistiti da servizi adeguati, o che operano in ambiti di interesse sociale e culturale. Dunque l’industria più dinamica e innovativa crea frequentemente tali contesti lavorativi, ma non esclusivamente.” 

Si ricorda che la Legge di Bilancio 2020 ha introdotto misure volte alla realizzazione di un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green new deal italiano, istituendo un Fondo da ripartire con dotazione di 470 milioni di euro per l’anno 2020, 930 milioni di euro per l’anno 2021, 1.420 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Il fondo, alimentato con i proventi della messa in vendita delle quote di emissione di CO2, deve essere utilizzato dal MEF per sostenere, mediante garanzie a titolo oneroso o partecipazioni in capitale di rischio e/o debito, progetti economicamente sostenibili con precise finalità.

Nel dettaglio, CDP, a valere sul Patrimonio destinato, potrà effettuare ogni forma di investimento. Unica condizione: ogni investimento realizzato dovrà comunque avere carattere temporaneo. Per riuscire a dispiegare una nuova politica industriale, però, è necessaria una nuova governance economica in grado di riordinare e coordinare gli attori istituzionali in campo e andare oltre il mero ruolo finanziario. In tal senso, la proposta di un’Agenzia per lo sviluppo

Abbiamo predisposto questo documento facendo scelte e definendo direttrici di sviluppo, per il confronto sul Patto Istituzionale in Prefettura con gli attori sociali ed economici per cui sarà possibile entrare nel merito. 

  • Offerta di servizi pubblici essenziali, Trasporti, Sanità e Scuola/Istruzione che ridotti negli anni hanno contribuito all’abbandono delle aree interne, dei piccoli comuni, ma adesso se sappiamo agire d’anticipo gli “spazi” urbani e sociali, se ben usati e gestiti, possono essere l’opportunità. Recuperare l’efficienza dei Servizi Pubblici in particolare, definire i Livelli Essenziali di Prestazioni per Trasporti, Sanità e Scuola/Istruzione, alla luce delle nuove “esigenze” legate alla pandemia; Definendo progetti in tal senso, infrastrutture materiali come digitale, fibra, reti viarie; infrastrutture immateriali per servizi ai cittadini, asili nidi, scuole, trasporti, socio-assistenziale, Sanità Territorializzata, completando le opere infrastrutturali in via di costruzione e quelle decise da cantierare, ci riferiamo alla Fibra Ottica per garantire minimo la Banda Larga e rafforzare l’accesso all’Ultra Larga in tutti i paesi e Zone Industriali/PIP; completamento reti gas metano e manutenzione; reti idriche e depurazione; infrastrutture viarie gomma-ferro, completando bretelle di collegamento ferroviario, parcheggi ed interscambi ferro/gomma e pubblico/privato (Raddoppio Telese – Caianello; Completamento della Fortorina; Rafforzamento delle corse giornaliere Benevento-Napoli sia su gomma che su ferro; Alta Capacità Napoli – Bari con le aree PIP di Benevento che divengono punti nevralgici per lo sviluppo derivante da tale progetto).
  • Scuola/Istruzione, sistemazione edifici, ridefinizione organici, dimensionamento scolastico, iscrizioni scolastiche nei comuni di residenza evitando spostamenti a partire dall’anno 2021, Digitalizzazione, ampliare offerta 0-6 di asili nido e asili con l’uso di personale già in graduatoria, gestione orari e tempi di vita.
  • Omogeneità e qualità dei servizi per tutti i cittadini. Le dimensioni di benessere individuale e collettivo appaiono sempre più fortemente collegate alla disponibilità dei servizi di cui possono usufruire le persone e le comunità8. Si fa riferimento a un insieme di servizi essenziali e di benessere di comunità variegato e in evoluzione costante nelle società avanzate basate su valori e non solo su interessi. Esso è composto sia da servizi pubblici fondamentali tipicamente propri del solo potere statuale (sicurezza e giustizia) o previsti da scelte costituzionali (nel caso italiano: salute, istruzione, accompagnamento verso opportunità di lavoro, non discriminazione, cultura), sia da servizi di pubblica utilità prodotti anche dal mercato, ma a sorveglianza e regolazione pubblica se non di diretta pubblica produzione, che costituiscono strumenti essenziali per il libero e coordinato dispiegarsi della vita individuale e collettiva (es. mobilità, gestione dei rifiuti urbani, gestione del servizio idrico, connettività digitale, accesso all’energia), sia da servizi pubblici o derivanti da azione collettiva relativi all’interesse valoriale della comunità al mantenimento e sviluppo della propria integrità comunitaria (es. servizi sociali generali, servizi di cura e socioeducativi per l’infanzia, servizi di cura per gli anziani, di tutela attiva delle fragilità e diversità, di promozione dell’autonomia individuale e dell’accesso effettivo di tutti gli individui ai servizi fondamentali previsti). 

Inclusione sociale – Definire percorsi strutturati ed omogenei nel sistema che non determini duplicazioni, con talvolta dispendio di opportunità e risorse fino a negare livelli essenziali di assistenza, rafforzare il sistema pensando anche al “dopo di noi”, alle varie disabilità e fragilità; La crisi da pandemia con il lockdown ha accentuato l’esplosione delle diseguaglianze, già esistenti, facendone emergere di nuove, come quelle digitali e informatiche, il digitale divide, l’inesistenza di reti adeguate o impossibilità di avere strumenti (pc/tablet) che hanno reso a molti difficile l’accesso non solo al mondo del lavoro ma anche al welfare e l’istruzione; Inquilini aiutare a risolvere e velocizzare le procedure di sostegno alle locazioni con contratti privati; 

Sistema Industriale – Sostenere azioni verso i giovani e a quanti un lavoro l’hanno perso, affrontando le crisi storiche e quelle nuove anche dell’indotto di vertenze regionali come quelle legate al settore automotive e per le aree di crisi storiche (Airola);

  • Sistema Trasporti riconsiderare l’offerta dei servizi di trasporto in una ottica intermodale e funzionale alle esigenze del territorio recuperando corse che possono costituire il mezzo di implementazione dei servizi; sperimentare, in questo territorio, il pagamento delle prestazioni, dal biglietto del bus, alle rette scolastiche, sino a ticket sanitari, in forma graduale legandolo al reddito di Isee familiare (come per la parametrazione degli Anf), con carte; incentivare la mobilità green; Bus a chiamata; Piste ciclabili nei comuni e Bike Sharing; 
  • Decarbonizzazione del settore dei trasporti il miglioramento dell’efficienza dei veicoli e la riduzione delle emissioni di sostanze nocive (idrogeno ad esempio con la prossima adesione alla direttiva Ue Dafi). Pensare ad un cambio di tutta la dotazione dei Bus di città che, oramai vetusti e poco funzionanti, creano danni all’ambiente. 
  • L’Alta Capacità costituisce, forse, l’ultima possibilità di ridisegnare l’economia del territorio e del Sistema della Logistica per l’intero Paese, anche se i suoi effetti saranno nei prossimi 10 anni si deve mantenere la sua attuazione. 
  • Sviluppo Eco Sostenibile attivare buone pratiche e progetti per la insedianda azienda cinese che dovrà costruire, nell’area PIP di Ponte Valentino, una tipologia di auto elettrica con un grandissimo investimento economico di natura privata e con la disponibilità da parte dell’ASI di Benevento per la individuazione dell’area di installazione. È qui che può inserirsi una grande opportunità di Green New Deal, che da vari studi effettuati dimostra che“cambiamenti di progettazione realizzabili” possono ridurre il consumo globale di energia del 73% (Università di Cambridge Dip. Ingegneria) oggi più necessari che mai. In tale ottica una buona sinergia con la università degli Studi del Sannio, potrebbe divenire il volano per la crescita del settore anche attraverso trasformazioni di produzioni aziendali.

Forme di occupazione che richiedono elevate competenze, ma in cambio concedono una certa flessibilità di orario, possono corrispondere in misura maggiore alle vocazioni lavorative delle donne, in media più istruite degli uomini, ma anche più gravate da responsabilità di cura. Le diverse forme imprenditoriali dotate di queste caratteristiche desiderabili in Italia mostrano ampie possibilità di espansione e miglioramento, specialmente nelle regioni in ritardo di sviluppo, e perciò possono divenire l’oggetto di interventi pubblici finalizzati. Com’è noto la dimensione media delle imprese in Italia è inferiore a quella che si incontra in altri paesi europei.

  • EDILIZIA innovativa e sostenibile, con strutture prefabbricate e materiali ecocompatibili; bioedilizia, evitare l’impermeabilizzazione dei terreni, cementificazione spinta, tutte azioni compromissorie della falda che, per un territorio a forte vocazione agricola d’eccellenza, è una iattura. Rigenerazione urbana, utile ad accelerare le azioni di messa in sicurezza urbana, degli immobili pubblici, dell’edilizia sociale e popolare, riorganizzando spazi pubblici come le piazze con lavamani e bagni pubblici diffusi. Per cui la sperimentazione, la rigenerazione, l’innovazione di processi di BioEdilizia, progettando insieme, tutte le opere infrastrutturali, logistiche, viarie, immobiliari e dei servizi che rendono appetibile il territorio così da far godere appieno di tutte le bellezze, in sicurezza più di qualsiasi incentivo.
  • Sistema Agroalimentare, Ruralità d’eccellenza biodinamica e biologica, Turismo, organizzare la filiera vitivinicola, enogastronomica, olivico olearia: unire le filiere aiutando consorzi e cooperative di comunità, programmando con Istituto Tecnico Agrario M. Vetrone e la Scuola Agraria di Portici, per ogni settore e filiera la formazione sistemica in modo da affermare l’efficacia dell’attività agricola d’eccellenza, la sua modernizzazione e sviluppo di prodotti tipici e biologici. Coordinare l’offerta turistica, di eccellenza ed eco compatibile, seppur di nicchia come le ciclovie, i tratturi e camminamenti di montagna, sino al treno storico oltre la presenza mordi e fuggi delle sagre e puntare a valorizzare dei percorsi enogastronomici, storico culturali e religiosi con un occhio particolare a Pietrelcina con San Pio.
  • PA (Sanità, Scuole, Asili, Tribunali….) soggetti in questi anni ad accorpamenti e chiusure che hanno depauperato il territorio ed allontanato la presenza dello Stato dal sentire civico, usare tutti gli strumenti nuovi per sbloccare il Turn Over, dare competenze necessarie nelle PP.AA..
  • Commercio, Artigianato, Turismo. Il rilancio della Bilateralità che permette la prossimità di azioni mirate sulla formazione e sicurezza con la Co-partecipazione, una gestione Trasparente è di fondamentale importanza, è uno snodo importante per i settori che vedono migliaia di piccole imprese diffuse e presenti che corrono il rischio di non farcela nei prossimi mesi. Abbiamo ben chiara la varianza tra GDO e Commercio diffuso per cui incentivare l’uso della moneta elettronica, con aiuti mirati anche per l’acquisto di dispositivi di tutela anti Covid, personale di supporto alla gestione. 
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