SANNIO
Ospedale a Sant’Agata, riprende lo sciopero della fame: “Il decreto regionale non è stato applicato”
La denuncia delle attiviste: "Ci è stato chiesto di sgombrare il sito, perché la nostra presenza mette in cattiva luce la raggiunta funzionalità della struttura sanitaria"Ascolta la lettura dell'articolo
“Le Attiviste del Comitato “Curiamo la Vita” con domani conteranno 80 giorni di presenza in presidio davanti all’Ospedale Sant’Alfonso M. de Liguori di Sant’Agata de’ Goti. In questo lungo periodo vissuto ai piedi del nosocomio hanno subito di tutto: nubifragi, grandinate, temperature rigide, ora caldo torrido, ma soprattutto grandissima indifferenza, accompagnata da piccoli gesti di incoraggiamento di pochissime persone”. Così in una nota il Comitato “Curiamo la Vita” di Sant’Agata de’ Goti.
“Il 30 marzo 2019 hanno piantato la “protesta”, da subito raccolta con scetticismo, poi col passare dei giorni si è andata sempre più affievolendo, fino a che oggi sembrano anime fantasma, ignorate completamente da tutti – spiega la nota -. Ora addirittura ci è stato chiesto di sgombrare il sito, perché la nostra presenza mette in cattiva luce (a dire di chi ci ospita) la raggiunta funzionalità della struttura sanitaria. A nostro avviso nulla è stato fatto e mutato da novembre 2018, anzi, di poco o niente è stato adottato di quanto previsto dal Decreto Regionale 41/2019 del Presidente De Luca. Noi non ci sentiamo vinte, ma sicuramente scoraggiate, ma questo sentimento non impedirà la nostra azione, perciò: con o senza tenda, dentro o fuori il recinto dell’ospedale, in solitudine o accompagnate, continueremo a lottare per tutti, perché la salute è un diritto per tutti.
Le ferie estive saranno un ulteriore pretesto per ridurre l’offerta sanitaria dell’ospedale – spiegano -. Le attiviste non molleranno e non demorderanno dai loro intenti e non permetteranno a nessuno di vanificare tutti i sacrifici che almeno sulla carta hanno portato ottimi risultati, anche se non attuati. Da domani inizieranno di nuovo lo sciopero della fame fino alla applicazione del decreto della Regione e se allontanati e sprovvisti di tenda, faranno lo sciopero della fame a casa o sul luogo di lavoro, ma certamente lo faranno.
Le attiviste – conclude la nota – con questo estremo gesto vogliono riaccendere i riflettori ormai volutamente spenti sulle ragioni dell’Ospedale che ci sta particolarmente a cuore, perchè offre una possibilità di vita al nostro territorio”.