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La dieta dei vitelloni Marchigiani, a San Giorgio la Molara presentato il progetto Marchi.leg

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Lo scorso 10 Aprile 2019 presso la tenuta Caretti in Contrada Santa Varva a San Giorgio la Molara si è tenuta la presentazione del progetto Marchi.leg, finanziato dalla mis 16.1 azione 1 del P.S.R.2014 /2020 dal titolo “L’impiego di leguminose da granella nella dieta di vitelloni Marchigiani”.

Il partenariato di progetto è costituito da tre aziende zootecniche allevatori di bovini di Razza Marchigiana di San Giorgio La Molara, l’ Istituto di ricerca e formazione per il Mezzogiorno (IRFoM), il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni, Animali – UNINA Tutti presenti in aula.

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi allevatori, a presiedere Nicola De Leonardis – Coordinatore Settore Agricoltura Confcooperative Campania che ha fatto gli onori di casa ai relatori intervenuti Federico Infascelli – Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali – UNINA Responsabile scientifico del progetto Marchi. Leg. Giuseppe Vassalotti Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali – UNINA Fabian Capitanio Dipartimento di Agraria – UNINA Emiddio de Franciscis di Casanova Resp. Mis.16.1 del P.S.R. Regione Campania Tommaso Maglione Funzionario Assessorato Agricoltura Regione Campania Luigi Zicarelli Professore Emerito, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni ,Animali – UNINA Il Prof. Infascelli e il ricercatore Vassalotti hanno illustrato gli obiettivi del progetto che in estrema sintesi consiste nella sostituzione della soia quale fonte proteica nell’alimentazione dei vitelloni Marchigiani, con l’impiego di granelle di leguminose prodotte in loco consentendo loro una migliore gestione aziendale in primis dal punto di vista economico.

Le colture in oggetto, inoltre, determinano un acclarato miglioramento della fertilità dei terreni sia riducendo la quantità delle concimazioni azotate, sia perchè impiegate per la soppressione delle infestanti. Adottando per tali colture le moderne tecniche di agricoltura di precisione e, in particolare, la semina su sodo si ottiene anche una notevole riduzione di frane e smottamenti dei terreni.

In altre parole, esse contribuiscono a diminuire l’impatto ambientale delle attività agro-zootecniche. Infine, il progetto ha lo scopo di migliorare le caratteristcihe dietetico-nutrizionali, e in particolare il profilo acidico dei grassi della carne, con favino in sostituzione della soia (aumento dei CLA, rapporto omega 6/omega 3 più favorevole); tale strategia alimentare già sperimentata nei vitelloni bufalini non ha comportato, tra l’altro, alcun peggioramento delle performace di accrescimento. Al convegno sono intervenuti i funzionari della Regione che hanno spiegato il senso della misura del P.S.R. e l’importanza della sperimentazione e della ricerca nell’agricoltura moderna.

Il Prof. Capitanio ha posto l’accento sulla crescente domanda del mercato di prodotti animali che ha comportato negli allevamenti l’adozione di piani alimentari in grado di garantire elevate produzioni. Per tale scopo notevole risulta l’impiego della soia, diventata la fonte proteica più utilizzata da quando la Commissione Europea ha vietato l’uso di farine di origine animale nelle diete per animali d’allevamento (direttiva CE 999/2001) per assicurare la sicurezza dei consumatori. Tuttavia costi e disponibilità della soia dipendono fortemente dai prezzi dei prodotti agricoli sul mercato mondiale.

Alla luce di ciò, notevolmente avvertita è la necessità di ricorrere all’impiego, quali fonti proteiche, di quelle leguminose da granella (favino, pisello, lupino, cece), la cui produzione solo negli ultimi anni ha mostrato segni di ripresa, in linea con gli obiettivi fissati dall’UE. Il prof. Infascelli concludendo i lavori ha sottolineato che questo tipo di colture mostrano notevole importanza agronomica in quanto migliorano la fertilità dei terreni riducendo la necessità di ricorrere alle concimazioni azotate, e possono fornire strategie di successo per la soppressione delle infestanti contribuendo così a diminuire l’impatto ambientale delle attività agro-zootecniche. In alimentazione animale le leguminose da granella sono utilizzate anche come fonti energetiche, per il loro elevato contenuto in amido (fava, piselli) e lipidi (lupini). In particolare, le leguminose sono in grado di migliorare il profilo acidico della carne rendendola più idonea all’alimentazione umana.

Recentemente è stato rilevato aumento del contenuto di PUFA n-3 nel grasso intramuscolare di agnelli alimentati con piselli e fave in sostituzione totale e parziale di farina di estrazione di soia. Il problema da affrontare è, quindi, la potenziale sostituzione della soia quale fonte proteica in alimentazione animale tenendo conto degli aspetti ambientali, economici e, soprattutto, di quelli legati alla qualità dei prodotti di origine animale in termini di salute umana. A dimostrazione di questa tesi in questo progetto sono state effettuate diverse azioni, visite aziendali, Analisi critica piani di alimentazione Analisi profilo acidico materie prime etc. etc. Allo stato attuale il progetto sembra poter rappresentare una valida base di partenza migliorare la posizione degli allevatori sul mercato in termini di riduzione dei costi e di qualità dietetico-nutrizionale delle derrate.

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