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Giorno del Ricordo, al liceo “Rummo” la testimonianza dell’esule istriana Mori
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Per anni ha rinnegato le sue origini per non combattere contro il pregiudizio ottuso e ineluttabile, nel tentativo di rimuovere un passato che in realtà non lo ha mai abbandonata e che è emerso con forza nel periodo della guerra in Jugoslavia quando si è imposta per lei la necessità di chiarire che “la prima pulizia etnica avvenne nei confronti degli istriani nel primo dopoguerra” e di affermare la verità di quel momento storico.
E’ il racconto accorato di Anna Maria Mori, giornalista e scrittrice di origine istriana costretta all’esilio verso Firenze prima e Roma poi, ospite de “Il Giorno del Ricordo” celebrata presso il liceo scientifico “Rummo” in collaborazione con il Lions Club Benevento.
“Noi siamo la testimonianza della sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale – ha rimarcato la Mori, leggendo alcune pagine del suo ultimo libro dal titolo “Bora” e dichiarando “aborro dal cappello della destra e sono arrabbiata con l’Anpi che, invece, si rifiuta di dire la verità, quella verità nota come l’eccidio di Porsuz, ad esempio che ha visto italiani, i partigiani rossi della XIII armata di Tito, uccidere gli italiani partigiani bianchi che si rifiutavano di agire secondo la volontà del leader della resistenza jugoslava”.
La Mori ha raccontato alcuni momenti dell’esodo, conseguenza forzata delle foibe che ha detto sono state utilizzate per farci fuggire, come è riuscita a scappare e l’importanza che ha oggi ricordare questo passato recente italiano.
Le dichiarazioni nel servizio video