Comune di Benevento
Mensa, Consiglio di Stato boccia regolamento: Mastella perde guerra su ‘panino libero’

Ascolta la lettura dell'articolo
Il Consiglio di Stato con sentenza n. 5156/18 ha respinto l’appello del Comune di Benevento relativamente alla nota questione del cosiddetto “panino libero”.
La decisione del Consiglio di Stato non “conforma” tale diritto, ma ritiene, in concreto, che la disciplina dello stesso debba essere individuata dai singoli dirigenti scolastici, in coerenza con le esigenze di salubrità ed igienicità dell’attività in questione. Il Consiglio di Stato ha pertanto ritenuto che la disciplina regolamentare adottata dal Consiglio comunale di Benevento esuli dalle competenze dell’ente locale.
Il Comune di Benevento – in persona del dirigente pro tempore – ha quindi rimesso agli istituti scolastici tale sentenza invitando i rispettivi dirigenti a tracciare, nel rispetto delle attuali modalità di erogazione del servizio comunale “a domanda individuale” e d’intesa con il Dirigente Scolastico Provinciale, una disciplina comune del cosiddetto “panino libero”.
In questa prospettiva, secondo l’Amministrazione comunale, sarebbe auspicabile, sempre d’intesa con il Dirigente Scolastico Provinciale, l’attivazione di un Tavolo di concertazione tra i dirigenti scolastici al fine di individuare una disciplina comune per l’accesso ai plessi dei fruitori della refezione familiare, tenendo conto dell’esperienza maturata lo scorso anno, allorquando il servizio ha raggiunto livelli di qualità e efficienza tali da far registrare una media giornaliera di circa 1.200 pasti erogati, e al contempo anche delle criticità emerse durante la precedente sperimentazione del cosiddetto “panino libero”. Sempre secondo l’Amministrazione comunale, sarebbe altrettanto auspicabile che la suddetta disciplina salvaguardi l’igienicità e salubrità della connessa refezione comunale.
Pertanto, sulla questione l’Amministrazione comunale procederà a breve ad incontrare il Dirigente Scolastico Provinciale.
LE REAZIONI – “La Giunta targata Mastella – scrivono le consigliere M5S a Palazzo Mosti, Marianna Farese e Anna Maria Mollica – subisce una nuova sconfitta con la Sentenza del Consiglio che dichiara inammissibile l’appello promosso dal Comune contro la pronuncia del TAR Campania.
Non c’è soddisfazione nel dire “ve lo avevamo detto”, poiché oggi questa sentenza conferma la protervia del Sindaco e del suo Assessore, che volevano avere ragione a tutti i costi (e i costi li pagano i contribuenti).
Sin dalla sua gestazione, – proseguono le esponenti pentastellate – era chiaro che quel regolamento presentava vizi di costituzionalità, nella parte in cui, rendendo obbligatoria l’adesione alla mensa, limitava i diritti di libertà dei genitori e intaccava l’autonomia scolastica dei Dirigenti. A nulla sono valse le osservazioni e, nonostante il giudizio espresso dal TAR, questa amministrazione cocciutamente ha presentato il ricorso al Consiglio di Stato, che non ha lesinato osservazioni sulla illegittimità poste in atto.
In particolare, – continuano – il Consiglio ha “bacchettato” la Giunta, laddove sottolinea che sono i genitori ad essere i titolari della prima funzione educativa e alimentare nei confronti dei figli, che il regolamento presenta plurimi profili di illegittimità, che il Comune non ha la competenza di imporre prescrizioni ai Dirigenti Scolastici, che il regolamento va in direzione contraria a quanto stabilito dal MIUR nella circolare del marzo 2016 ed, infine, che le motivazioni adottate dal Comune non sono sufficienti a giustificare un siffatto obbligo, e conclude: “ la tassativa e rigorosa prescrizione regolamentare… si rivela, pertanto, affetta da un eccesso di potere per irragionevolezza, in quanto misura inidonea e sproporzionata rispetto al fine perseguito.”
Quale fine intendeva perseguire questa amministrazione? Garantire un giusto apporto nutrizionale nei confronti dei fanciulli o garantire alla ditta appaltatrice gli incassi stabiliti nel capitolato d’appalto? Se il fine sono gli scolari, il regolamento si è rivelato fallace. Solo riacquisire la fiducia dei genitori nei confronti di tale servizio, attraverso qualità degli alimenti, trasparenza nella gestione e condivisione degli obiettivi, può essere la strada.
Questa sentenza, infine, rappresenta una pietra miliare per tutto il Paese, in quanto mette in chiaro i principi a cui debba ispirarsi un’amministrazione nel fornire questo servizio e al contempo rappresenta una vittoria dal basso, poiché è grazie alla tenacia di alcuni genitori che, non lasciandosi intimorire dal braccio di ferro messo in campo in questi anni, hanno portato avanti questa battaglia con un notevole dispendio di tempo e di danaro.
A loro – concludono Farese e Mollica – va il nostro plauso e la nostra gratitudine, perché è grazie a loro se in questo campo è stato riconfermato il diritto che siano i genitori a scegliere per i figli e che tale diritto non può sottostare alla mera logica di far quadrare i conti”.
“Non si contano le nostre sollecitazioni e i nostri suggerimenti sulla mensa, sin da quando si è insediata l’amministrazione Mastella. Tutti appelli puntualmente rimasti inascoltati.” quanto affermano in una nota congiunta il gruppo consiliare Partito Democratico al Comune di Benevento e la segreteria cittadina Partito Democratico Benevento, aggiungendo: “Ora che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 5156/18 ,ha respinto l’appello del Comune di Benevento relativamente alla nota questione del cosiddetto “panino libero” e confermato la decisione del Tar Campania del 13 marzo scorso, di certo nessuno può dire che non fossero stati avvisati.
Eppure, nonostante tutto, sono andati avanti a testa bassa nella convinzione di essere nel pieno della ragione rispetto ad un regolamento che disciplina il servizio di refezione scolastica già definito dal Tar Campania “illegittimo, accentratore ed autoritario”.
Sono arrivati testardamente fino al Consiglio di Stato per un mero capriccio, nonostante gli avessimo più volte rappresentato l’illegittimità dell’adottato e approvato regolamento comunale poi bollato dall’organo di secondo grado della giustizia amministrativa come “limitativo della libertà personale degli individui”.
Come se non bastasse, i magistrati hanno qualificato la decisione di vietare agli alunni che hanno optato per il pasto da casa di sostare nei locali della scuola “non supportata da concrete e dimostrate ragioni di pubblica salute e igiene né commisurata ad un ragionevole equilibrio”.
Per il Consiglio di Stato il suddetto regolamento, non condiviso a suo tempo neppure dall’assessore al ramo Del Prete (che per sua stessa ammissione ella “non avrebbe mai avallato né approvato”) “limita una naturale facoltà dell’individuo – afferente alla sua libertà personale – e, se minore, della famiglia mediante i genitori, vale a dire la scelta alimentare: scelta che – salvo non ricorrano dimostrate e proporzionali ragioni particolari di varia sicurezza o decoro – è per sua natura e in principio libera, e si esplica vuoi all’interno delle mura domestiche vuoi al loro esterno: in luoghi altrui, in luoghi aperti al pubblico, in luoghi pubblici”.
Addirittura la sentenza in questione sta già facendo giurisprudenza sul piano nazionale in favore di tutti quei genitori che intendono mandare i propri figli a scuola con il pasto preparato da casa. Ora le scelte di amministratori locali e dirigenti scolastici dovranno necessariamente essere orientate verso la contemplazione del pasto da casa. Siamo di fronte all’ennesimo, clamoroso autogol da parte della Giunta Mastella, che sulla mensa (e non solo…) è stata sistematicamente contraddetta e smentita dagli organi preposti, siano essi l’Autorità nazionale Anti Corruzione (come accaduto esattamente un anno fa sulle procedure di assegnazione del capitolato speciale d’appalto e il disciplinare di gara), il Tar Campania e il Consiglio di Stato.
Questa amministrazione sull’argomento mensa è stata evasiva, lacunosa e supponente sin dal suo insediamento: non ha mai fornito argomentazioni a supporto delle proprie azioni ed ha deliberatamente scansato ogni consiglio, domanda o richiesta di chiarimenti da parte nostra. Come dimenticare l’interrogazione consiliare di 50 domande che non ha mai ricevuto alcuna risposta, datata febbraio 2017.
Bisognerebbe capire una volta per sempre, perché qui ne va del futuro dei nostri figli, che un Comune non può essere amministrato alle stregua di un condominio, dove basta avere una maggioranza per far passare la propria linea senza un minimo di confronto e condivisione.
A Palazzo Mosti, dove tutti sono ormai asserviti alle volontà sindacali, nessuno si è reso conto che il Comune non ha la competenza necessaria per imporre l’obbligatorietà di un servizio a domanda individuale e vietare tassativamente il pasto da casa. Anche in questa circostanza, è proprio il caso di dirlo, l’Amministrazione Mastella è rimasta a bocca asciutta.”