CRONACA
Droga, ricettazione e armi: il Pm chiede pena maggiore, la Cassazione dice no

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Inammissibile. E’ stato giudicato così dalla Cassazione il ricorso proposto dal Pm per chiedere una pena maggiore nei confronti del 50enne Arturo Sparandeo, condannato il 15 maggio scorso dal Gup presso il Tribunale di Benevento, Loredana Camerlengo, a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
Già nelle conclusioni finali del giudizio di primo grado, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 18 anni di reclusione, ridotta a 12 per il rito abbreviato scelto dall’imputato per i reati di detenzione di 600 grammi di cocaina, pure adulterata, detenzione di armi da fuoco e ricettazione.
Grazie anche al lavoro difensivo degli avvocati Antonio Leone e Dario Vannetiello, però, il procedimento si concluse con una pena ben più lieve, tanto da indurre l’accusa a presentare ricorso alla Suprema Corte. Nella tarda serata di ieri, la sentenza definitiva. Come si ricorderà, nel corso di una perquisizione in una villa del quartiere Pacevecchia, a Benevento, le forze dell’ordine scovarono un consistente quantitativo di droga, insieme con 20mila euro e due armi da fuoco.
Accertamenti tecnici disposti dal pubblico ministero dimostrarono che la cocaina rinvenuta era stata adulterata con una sostanza da taglio, il levamisolo, in modo da accentuare la potenzialità drogante e lesiva; ciò consentì all’accusa di contestare anche la aggravante. Ad essere tratto in arresto fu il custode della villa, l’allora 49enne Sparandeo, ora ai domiciliari da circa un anno.