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Festa della Liberazione, Bosco (Uil): “Celebrare il 25 aprile è anzitutto un dovere”

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Martedì 25 aprile 2017 si svolgerà nella Città di Benevento la manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Cgil, Cisl, Uil, Libera e Arci, per onorare i caduti della Resistenza, il cui tema è “Attuare la Costituzione per cambiare l’Italia”. Quest’anno si celebra il 72° anniversario della Liberazione dal regime fascista e dalle truppe naziste.
“Sarà, ancora una volta, una Festa di pace, di libertà e di unità nazionale – scrive il segretario aggiunto della Uil Avellino/Benevento, Fioravante Bosco -. In 72 anni sulla Festa della Liberazione è stato detto e scritto di tutto. Decine di migliaia di discorsi hanno ricordato e commemorato i tanti caduti per la libertà: partigiani, militari e civili. In tanti – prosegue Bosco – ritengono che la Festa del 25 aprile sia ormai passata di moda, perché molti anni sono passati da quando venne proclamata la Liberazione dal nazi-fascismo.
Invece, celebrare il 25 aprile è anzitutto un dovere, così come è un dovere mantenere ben saldo il suo significato, per riaffermare che esso segna la vittoria dei valori della Resistenza sulle brutture del fascismo, ma anche dei valori di libertà, di uguaglianza e di solidarietà rispetto alla logica oppressiva di quella tragica dittatura. Il 25 aprile dovrà restare la Festa di tutti gli italiani che si riconoscono nei valori della nostra Costituzione, la più bella del mondo come sempre ci ricordiamo di definirla. Celebrare il 25 Aprile è un diritto di tutte le cittadine e i cittadini liberi, che proprio in questi momenti di estrema gravità economica e sociale per il nostro Paese, devono rivendicare con forza i principi fondanti sanciti dalla Costituzione: lavoro, pace, solidarietà e giustizia sociale.
E’ indispensabile ribadire ancora una volta – aggiunge il leader della Uil – che i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli costituzionali, e che la democrazia rappresentativa costituisce un cardine fondamentale del nostro sistema. Una democrazia fondata sulla partecipazione, sulla divisione dei poteri e sul rispetto della persona umana.
Usciamo – conclude Bosco – dal tentativo maldestro dell’ex-presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di riformare motu proprio la Costituzione. Gli è andata male, perché il popolo italiano si è ribellato. Altre leggi volute da quella esperienza sono state tutte fallimentari, e oggi ci ritroviamo col jobs act e la buonascuola, le peggiori riforme che un democratico si può augurare. Gli uomini di buona volontà, le associazioni e quei pochi politici che ancora si battono per la libertà devono continuare a difendere la Costituzione, e ricercare in essa quei principi che possono ridare vigore ai diritti di tutti quei cittadini che vivono in una condizione di povertà, e che vedono le istituzioni locali sempre più lontane e impossibilitate a dare risposte, poiché è in atto il tentativo di ricentralizzare i poteri del popolo per trasferirli nelle mani di pochi improbabili governanti”.