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Il beneventano Mesisca racconta la sua idea di impresa con “Gente delle alture”

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Un esempio di start-up di sicuro successo è quello offerto dal 32enne beneventano Antonio Mesisca, archeologo con esperienza accademica e professionale nei beni culturali, ma soprattutto giovane uomo di grandissime virtù.
Il contesto da cui è nato, autentico e identitario, portatore di valori e di fede nelle capacità impiegate con impegno e rigore, ha dato un frutto eccelso, vale a dire quello di uno studioso che unisce alla passione per gli studi classici (ha frequentato il Liceo Classico “P.Giannone” di Benevento) e per il recupero delle testimonianze dell’archeologia classica, la voglia di fare impresa rimanendo legato al territorio, anzi valorizzando il territorio attraverso i prodotti della sua azienda, che, esportati nel mondo, danno significato concreto a una tradizione agricola che, proprio grazie a tali giovani talenti, si rinnova e rivive col fascino delle cose appartenute ai nostri padri.
Così da una idea condivisa con un altro giovane del capoluogo, Enrico Petriella, ingegnere meccanico in una fabbrica specializzata nella costruzione e realizzazione di congegni meccanici di alta precisione situata nei pressi di Zurigo è nata “Genti delle alture”. Molte sono stati gli stages svolti all’estero con successo e le prove da superare per dimostrare la validità dei prodotti di tale azienda. Vale la pena di ricordare quella alla Sorbona di Parigi che ha dato luogo successivamente a ulteriori momenti di incontro e di scambio di esperienze.
Il brand “Genti delle Alture”, mira ad essere, pertanto, un punto di riferimento nel mercato agroalimentare nel preservare ed esaltare le origini, le tradizioni e gli antichi sapori di una terra incontaminata e generosa, al fine di soddisfare le aspettative dei consumatori, favorendo così la conoscenza delle nostre peculiarità nel mondo. Il “core business” è rappresentato dai prodotti agricoli più tipici dell’entroterra campano: le eccellenze alimentari del Sannio beneventano e dell’Irpinia, quali il vino, la pasta alimentare, la passata di pomodoro. Ormai i prodotti hanno raggiunto i mercati francesi, inglesi, svizzeri e tedeschi.
Molti sono anche i punti venditi in Italia e diversi sono presenti nella nostra città, mentre vari noti ristoranti italiani ed esteri si servono di questi prodotti da considerarsi veramente di nicchia. Successivamente è nata l’idea di aprire in Apice vecchia un b&b dallo stesso nome, “Genti delle alture”, curato nei particolari e dotato anche di Wi-Fi gratuito oltre ad avere un collegamento con Wordofsouth.travel, un tour operator moderno capace di offrire escursioni ed esperienze originali ed esclusive.
Un’ultima nota: l’amore per la classicità ha spinto il giovane imprenditore Mesisca ad attingere a termini latini o italici per le etichette dei vini il cui significato rimanda alle peculiarità del vino stesso o al territorio di produzione. Ad esempio Mamerte, nome sannita di Marte, per il Taurasi Riserva DOCG, Verehia termine di derivazione osca che si riferiva a una organizzazione per la gioventù, simile alla juventus romana, per la Falanghina DOC, Linteata, termine latino che risale alla Legio linteata che Livio descrive vestita di bianco, per la Coda di volpe, Touto, termine osco per definire la comunità, per l’Aglianico IGT, Safinim,termine italico con cui i Sanniti definivano il proprio territorio definendo se stessi col il nome di Safineis per la Falanghina IGT, Hirpus dal nome latino di una delle quattro tribù sannite per l’Aglianico DOC, Ponterotto Aglianico dell’Appia, dalla frazione Ponterotto di Apice, per l’Aglianico DOC Sannio.