AMBIENTE
Tari, confronto con Avellino e pulizia della città: Lonardo risponde a Mastella

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“Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni “pasquali” del Sindaco di Benevento e non posso esimermi da fare alcune considerazioni al fine di evitare, per così dire, “false comunicazioni sociali”:
la prima è che la TARI viene deliberata in Consiglio Comunale che è facultato a stabilirne l’importo su proposta dell’Assessorato alle Finanze ed è chiaro che la massima influenza sull’importo è determinato dalla presenza o meno della chiusura del ciclo integrato dei rifiuti e dalla proprietà di impianti e piattaforme di conferimento del prodotto che da rifiuto lo faccia divenire risorsa, cosa che accade in altri Comuni capoluogo della Regione, (ne consegue che quindi la voce relativa al costo del servizio ne è solo una parte integrante)”.
Così in una nota il presidente dell’Asia, Lucio Lonardo, che aggiunge: “La seconda è che non è vero che Avellino, non tanto più piccola di Benevento, 56.512 abitanti contro 62.219, abbia un costo del servizio inferiore a Benevento, anzi è superiore, per la precisione 12.706.484,48, delibera n.93 del 2016, contro 10.699.620 di Benevento, con un piccolo particolare: Benevento è prima in Regione al 65,39% di raccolta differenziata con 67,77 di IPAC (indice di prestazione ambientale del Comune), Avellino ultima con 47,47% di raccolta differenziata con un un IPAC di 43,23%.
“A rigor di logica, e delle vigenti normative, – prosegue nella nota – il Comune di Avellino potrebbe essere commissiariato dalla Regione per la gestione dei rifiuti non raggiungendo la percentuale minima di raccolta differenziata prevista per legge.
Detto questo, ritengo che invece sia più valido perseguire il detto popolare: “mittete con chi è meglio e te e facce e spese” quindi non certo Avellino ma piuttosto Pordenone, Busto Arsizio comunque fuori Regione perchè i nostri risultati dimostrano, primi in Regione, che le risorse impegnate sono ben spese considerato anche l’attivo di bilancio aziendale da più esercizi se poi si vuole, come è giusto che sia, la botte piena e la moglie ubriaca bisogna investire sugli impianti, sulle attrezzature, sulla sorveglianza ambientale, (perchè forse abbiamo anche il triste primato degli inzivados che ci costano circa un milione di euro all’anno), sulla certezza che tutti paghino i dovuti tributi (a questo proposito sarebbe giusto finalmente comunicare ai contribuenti l’esito dell’inchiesta su presunte irregolarità contributive degli aministratori per non disamorare quel poco più del 50% dei cittadini che con i loro tributi mantengono da soli il decoro della Città).
E’ chiaro inoltre – conclude Lonardo – che oggi la città appare meno pulita del solito ma anche qui ci sono le spiegazioni: il consistente taglio del corrispettivo economico con conseguente riduzione del personale; il ritardo che si registra nell’affidare ad una ditta esterna la cura del verde pubblico per cui i marciapiedi e i cordoli infestati da erbacce danno una sensazione di abbandono e degrado anche in assenza oggettiva di abbandono dei rifiuti”.