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Guardia Sanframondi, Pengue: “La Giunta Panza si occupa solo di musica e balli scozzesi”

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“Meno male che in questo paese c’è l’amministrazione Panza, perché è in momenti come questi che uno si chiede: chissà cosa starà facendo la politica? Ma non c’è dubbio. Alla Casa comunale sono tutti in stato di allerta, come alpini occultati nei bunker sulle montagne. Pensano, leggono, studiano, si interrogano, cercano soluzioni, faticano come mai hanno fatto in vita loro e soprattutto sanno benissimo cosa fare, quali sono le emergenze di Guardia, i nervi scoperti, le inchieste da affrontare, gli scenari da scongiurare di questo inverno che non passa mai. Non servono avvocati, segretari e sottosegretari, consiglieri e consulenti esterni, indovini e veggenti. Non c’è bisogno di pittrici e finanzieri che marcano la strada verso il nord Europa. Guardia nella testa del sindaco Panza è felice. Anche se ogni giorno c’è da scrivere un bollettino di inefficienze, di pressapochismo, di sciagure che tira in ballo il libro di Giobbe, quello della Bibbia”. Così in una nota Raffaele Pengue, esponente locale di “Noi Cittadini per il Sud”.
“La crisi economica che tormenta l’intero Paese – aggiunge – ormai a Guardia non fa più notizia. Manager in arrivo da tutto il mondo scendono dai jet, e vengono portati da auto di cortesia direttamente a Guardia, clienti che a qualsiasi ora della notte possono cenare e rilassarsi negli esclusivi Country House del territorio, servizi al top per le esigenze più strane e lussuose: un sogno? No, la visione di chi vuole rendere Guardia una delle località più importanti al mondo (a quando un aeroporto in contrada Santa Lucia?). Un sogno che, qualora venda definita dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e vera meraviglia del nostro Paese, presto potrebbe diventare realtà. Ecco, allora, su cosa si scervella la schiatta di eletti al chiuso delle stanze sul Municipio. Di cosa si preoccupano, che tormento li assilla. La risposta è tutta nella velina propagandistica inviata alla stampa: “…l’offerta di adozione di un filare di Falanghina e di Aglianico… subordinata alla partecipazione, da parte dell’adottante, ad una delle pratiche colturali nel nostro territorio. Vale a dire che l’adottante deve recarsi dalla Scozia almeno una volta all’anno nel luogo dove ha adottato il filare….”. Basta, pietà, ci arrendiamo! Alziamo le mani.
Dinanzi a tutto ciò – conclude Pengue – siamo colti da un misto di impotenza e spossatezza. Se davvero questa è la strategia dell’amministrazione Panza per proiettare questo paese nel futuro, per salvare l’economia trainante del nostro territorio, allora che Dio salvi i nostri filari di Falanghina e di Aglianico”.