Valle Caudina
Sul Castello di Airola da Marsicano solo chiacchiere’

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“Le dichiarazioni del nostro “attivissimo amministratore” del Comune di Airola Giuseppe Marsicano, apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale, a seguito di una lettera indirizzata al Sindaco e allo stesso Assessore relativa al recupero del Castello Medioevale a Monteoliveto, offendono i giovani ed i cittadini di Airola, per i contenuti e per il tono usato, mettendo a nudo lo spessore e l’arroganza di questo personaggio politico navigato che dopo 15 anni di amministrazione della città di Airola, non riesce a produrre una sola risposta sul suo operato e sulla sua attività amministrativa”: non si risparmia, il MovimentoCittàSostenibile, nel criticare l’assessore caudino, affiancato dal Movimento Cinque Stelle, sorprendendosi di una reazione così forte ad una “civilissima lettera non inerente certo un affare personale, ma, partendo proprio da ciò che lo stesso Marsicano aveva dichiarato nei vari comunicati stampa, che chiedeva conto dei tempi di riappropriazione – a carattere pubblico – del Castello Medievale di Monteoliveto”.
“A semplici e democratiche domande – proseguono per le due associazioni Giuseppe Falzarano e Vincenzo Iglio – l’Assessore Marsicano con la spocchia tipica dei politici di vecchia ed antiquata estrazione, non solo non ha dato alcuna risposta di merito, ma addirittura libero sfogo alla sua consueta versione demagogica. Per questo Le chiediamo di nuovo: la lettera di esproprio, da recapitare ai proprietari dei terreni che tengono prigioniero il castello, da inviare ai proprietari delle terre al disotto del castello, e da Lei annunciata, è stata mai inviata? Se si quando? Non abbiamo certo la pretesa di insegnare niente a nessuno e tanto meno all’Avvocato Marsicano, ma è fin troppo chiaro anche a noi che quanto è stato pubblicato sul Burc del 3 gennaio 2011 è un “Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambientale” su cui non c’è scritto che il castello diventa di proprietà del comune di Airola ma anzi, per chissà quanti anni ancora, resterà inspiegabilmente imprigionato tra due cancelli denominati “ Villa Rungi”.
Il Piano Urbanistico Attuativo può essere un passo avanti solo se c’è un progetto ed un conseguente deliberato amministrativo che metta al primo posto l’atto di esproprio delle aree. Altrimenti come diceva il filoso, “ flatus vocis”, parole vuote, chiacchiere insomma”.