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Sindacati

Dissesto al Comune, la Uil: “Frutto di gestione irresponsabile che viene da lontano”

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Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento, e Antonio Pagliuca, segretario responsabile della Uil Fpl di Benevento, hanno preso atto della decisione della giunta comunale di Benevento di andare decisi verso la dichiarazione del dissesto finanziario, ipotesi prevista dall’art. 246 del T.U.E.L. n. 267/2000.

Troppi, secondo il sindaco Clemente Mastella, gli oltre 100 milioni di debiti che la Città dovrebbe ripianare nell’ipotesi di un riequilibrio di bilancio che, francamente, appare davvero un’impresa impossibile.

L’ex sindaco Fausto Pepe, in questi ultimi giorni, – spiega la Uil in una nota – ha più volte dichiarato che il dissesto finanziario non deve essere dichiarato, evidentemente anche per le responsabilità che ne derivano, tenuto conto che, come conseguenza della dichiarazione di dissesto, “gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.

I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo.

Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione (comma 5° dell’art. 248 T.U.)”. Alla stessa sorte soggiacciono i componenti del Collegio dei revisori, i quali non potranno far parte per un massimo di 10 anni di organismi di revisione contabile.

Ma lo stesso Pepe ha solo genericamente parlato di riconoscimento di debiti fuori bilancio, tralasciando di dire che le coperture non ci sono, e non ci saranno, se si spera che qualcuno possa acquistare gli immobili posti a garanzia degli stratosferici ammanchi prodotti alle casse della nostra gloriosa Città. Peraltro, la dichiarazione di dissesto, al netto del riconoscimento delle relative responsabilità, che ci auguriamo vengano fuori, produrrà un primo risultato importante: la gestione ordinaria dell’Ente potrà procedere in tutta tranquillità, mentre la massa passiva e la massa attiva entrerà nell’esclusiva competenza dell’Organo Straordinario di Liquidazione, che sarà nominato dal Ministero dell’Interno.

“Siamo certi – osservano Bosco e Pagliuca – che quella del dissesto finanziario possa essere la scelta migliore che il consiglio comunale dovrà comunque vagliare nei prossimi giorni. Questa vicenda non comporterà conseguenze dirette sui servizi resi ai cittadini né produrrà danno ai lavoratori attualmente in servizio, cosa per noi fondamentale. Certo – concludono Bosco e Pagliuca – resta il rammarico per aver consentito tale tipo di gestione nel silenzio più assordante delle autorità proposte ai controlli, non esclusi i collegi dei revisori dei conti che sino succeduti nel tempo. Difatti, uno squilibrio di 100 milioni di euro non si produce di certo in poche settimane, ma è sicuramente frutto di una gestione irresponsabile che viene da lontano”.

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