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Degrado al cimitero, una cittadina scrive ad Ntr24: “Una desolazione priva di solennità”

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Degrado e pulizia del cimitero comunale di Benevento. Sono i temi che una nostra lettrice ha voluto affrontare in una lettera aperta inviata alla cittadinanza, a Palazzo Mosti e all’arcivescovo Felice Accrocca.
Una missiva che racconta un’esperienza personale, ma che fotografa bene i disagi che molte famiglie sono costrette ad affrontare quando si recano sulle tombe dei loro cari.
Questo il testo:
“Voglio parlare di una questione che a me sta molto a cuore ma penso anche a molti altri cittadini di Benevento. In occasione del 2 Novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, sono tante le persone che si recano al cimitero per pregare sulla tomba dei propri cari..
Quando si entra nel cimitero di Benevento tra tutte le raccomandazioni fatte dagli avvisi affissi all’ingresso, ne salta all’ occhio uno : “Decoro e rispetto”.
Mi sono chiesta più volte a chi fosse rivolto quell’avviso: il decoro e il rispetto sono le uniche parole che non si addicono alla Congrega Sant’Antonio Abate dove mi reco ogni settimana a visitare la tomba di mio padre. Quello che trovo è: transenne, calcinacci, scalini rotti, sporcizia, soffitto impregnato d’ acqua ecc.. Una desolazione priva di ogni solennità.
Domenica ricorrendo il primo anniversario della morte del mio amato genitore, mi sono recata al cimitero e sono rimasta sconcertata dalla sporcizia che mi circondava. Ho pensato subito di rivolgermi al custode visto che pago una somma di 25 euro all’anno di cui 15 sono di pulizie.
Non trovandolo ho chiesto alla moglie come mai non fosse stato pulito neanche in occasione della commemorazione dei defunti. La risposta è stata che non vengono pagati per farlo. A questo punto ho telefonato al Priore della confraternita il quale mi rispondeva che lo stavo disturbando, doveva andare a messa con la moglie.
Allora in preda alla rabbia mi sono armata di scopa e stracci e ho pulito tutto il reparto della congrega dove c’è il loculo di mio padre.
Sono indignata dal comportamento di queste persone a cui viene affidato un compito senza portarlo a termine ma ancora più indignata dal comportamento di quei superiori che ricevono la fiducia di alcuni sacerdoti e a cui non importa né dei vivi né dei nostri cari defunti.
Alla luce di tutto ciò devo decidere se andare avanti oppure o no su quanto accaduto. Per il momento mi limiterò con questo scritto a fare un appello a sua eminenza l’Arcivescovo Felice Acrocca che ritengo persona colta e intelligente, capace di leggere tra le righe: “Sistemi per favore la questione della Congrega S. Antonio Abate”.
Ricordo che il cimitero rispecchia il grado di civiltà di un popolo, ma soprattutto attorno ad esso ruotano tanti bei soldi! “…Ognuno ll’adda fa chesta crianza, ognuno ll’addà tenè chistu penziero…”
Una figlia sconcertata”.
adriana spina annecchini
7 Mar, 2018 a 18:52
dove è possibile leggere lo statuto della confraternita “s.antonio abate”. la settimana scorsa non volevano far tumulare mio cognato nella nostra cappella perché eravamo morosi per il 2017 del canone annuo. mai avuta comunicazione in tal senso, mai pagato nei 35 anni pregressi.
a richiesta al presidente,come risposta mi sono sentita dire” non siamo tenuti a comunicare nulla, dovete leggere gli avvisi affissi al cimitero” è mai possibile una cosa del genere, mi ha dato fastidio la arroganza e il tono dell’educatissimo presidente. oltretutto faccio notare la sporcizia che regna nello spazio antistante la cappella