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“Le DomenichEcologiche”, Maio a Franzese: si operi con più onestà, giustizia ed utilità

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“Le DomenichEcologiche possono definirsi una “apprezzabile e solidale iniziativa” e, allo stesso tempo, uno di quegli interventi che dimostrano l’impotenza dell’amministrazione locale nel gestire la macchina pubblica. Rivolgersi a “i cittadini, i volontari e le associazioni che hanno già mostrato con successo sensibilità verso il recupero di aree abbandonate” con l’intento “di stimolare l’attivismo e l’impegno della comunità a livello locale e di tutti coloro che vogliono impegnarsi in maniera attiva per la valorizzazione del nostro territorio” è un modo per addolcire il fatto che non si sappia come ripristinare aree abbandonate o che versano in stato di sfacelo e, soprattutto, che non si sappia chi deve farlo”. Così in una nota Andrea Maio, presidente dell’Associazione Culturale Quinto Elemento, risponde al consigliere comunale Domenico Franzese sull’iniziativa lanciata per il recupero del decoro delle aree cittadine.
“Tempo fa, quando io personalmente, a nome dell’associazione di cui faccio parte, interloquivo con il Settore Servizi Sociali del Comune per la gestione di un progetto finalizzato alla riabilitazione di un’area in stato di abbandono e del suo totale ripristino per la realizzazione di progetti socio-culturali, mi fu detto da uno dei Dirigenti del suddetto settore che avremmo preventivamente potuto aiutarli a “ripulire” (testuali parole) delle aiuole e delle zone del quartiere in cui si trovava l’area oggetto del progetto. Questo dopo che la stessa associazione, volontariamente (senza che nessuno avesse inoltrato alcun invito a farlo), si era impegnata al recupero di un piccola area dell’Ex Scuola Media Sannio per la creazione di un orto cittadino.
Evidentemente – aggiunge Maio – ci eravamo fatti la fama dei “ripulitori”. Inutile dirlo: non accettammo l’invito a ripulire e il progetto, ovviamente, non fu sostenuto dal Comune (chiarimento: non fu richiesto sostegno economico ma solo logistico).
Sarebbe auspicabile dagli amministratori locali puntare all’onestà ma soprattutto all’efficienza del proprio operato e puntare con determinazione all’obiettivo prefissatosi. Sarebbe auspicabile che non si intervenisse una tantum per il decoro pubblico ma che si creassero dei presidi stabili di volontari (rivolgendosi tanto alle associazioni, quanto ai comitati di quartiere), affidando loro degli spazi pubblici nei quartieri stessi (tanti sono locali comunali abbandonati e lasciati all’incuria che potrebbero così essere riqualificati) per permettere di gestire il lavoro in modo continuativo e ramificato e, al tempo stesso, di creare nella cittadinanza dei punti di riferimento d’incontro per la gestione del patrimonio comune (e non solo comunale!).
Ciò potrebbe avere grossi riflessi anche nella gestione del vandalismo (e, nella zona del centro storico, della “movida”), fenomeno costante, non ostacolato e che, di certo, non si arresterà con una ripulita da parte dei soliti volontari.
La creazione di spazi pubblici gestiti da volontari, associazioni e attivisti di vario tipo stimolerebbe la salvaguardia del bene comune e la promozione di un’idea di comunità che attualmente a Benevento non esiste se non quando si parla di calcio, di sagre e – ahimè – di “divisioni di pagnotte”.
Pertanto, encomiabile l’iniziativa di Mimmo Franzese al quale vanno i migliori auguri di buon lavoro. Ma di qui a pensare che con una simile furbata (per usare un eufemismo) – conclude Maio – si possa far risolvere alla cittadinanza e ai “soliti volontari” un problema che dovrebbe essere risolto a monte dall’amministrazione comunale non credo sia onesto, giusto ed utile”.