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Cavallo (Sfidiamoli): sosteniamo la famiglia come valore e bene di interesse pubblico

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“Quando parliamo di «politica familiare» parliamo, necessariamente, di un programma a favore della famiglia. L’obiettivo generale che ci “ha animato” e che ci “anima” tuttora è quello di sostenere la famiglia nelle sue riconosciute funzioni sociali, per cui la finalità è in primo luogo quella di promuovere la famiglia come un valore e un bene di interesse pubblico”. Lo scrive Carlo Cavallo, candidato al Consiglio Comunale di Benevento per la lista “Sfidiamoli” a sostegno di Principe sindaco.

“Per la città di Benevento – spiega – si dovrà avere una particolare attenzione alla formazione della famiglia, individuando e concretizzando precisi sostegni, di carattere sia finanziario che educativo, soprattutto alle coppie giovani. Inoltre, per un giusto rapporto tra famiglia e servizi, si dovrà favorire il coinvolgimento della stessa famiglia nei servizi sociali e sanitari orientati alla persona (anziani, disabili, malati, ecc.), sia per mantenere le persone nel contesto familiare laddove è appropriato, sia per dare alla famiglia maggiori controlli e garanzie nei confronti dei servizi pubblici.

Per i casi di povertà, o di “situazioni di fragilità” dovute alla presenza di membri deboli o particolarmente problematici (handicappati, anziani non-autosufficienti, ecc.), potrà essere opportuno intervenire con aiuti economici diretti, gestiti con fondi appositi, in base a criteri ben definiti. Ma, un settore a cui rivolgere particolare attenzione sarà quello delle forme associative a base familiare che già lavorano sul territorio.

Si tratta di promuovere – continua Cavallo – la capacità auto-organizzativa delle famiglie per venire incontro ai bisogni sociali in senso lato, nel quadro di uno stato sociale pluralistico e democratico. In concreto si dovrà valorizzare il volontariato a base familiare, incentivando con agevolazioni e sostegni le forme di associazionismo e solidarietà tra famiglie, che già esistono sul nostro territorio, specie quelle che condividono uno stesso problema sociale.

Numerose sono le voci che sostengono queste tesi. Eccone alcune: un sistema di tassazione e di tariffe locali che tenga conto della composizione del nucleo familiare, e più in generale affermazione della famiglia come soggetto tributario; una casa per le nuove famiglie e “a misura della famiglia”; interventi che consentano alle coppie di avere il numero desiderato di figli; sostegni ai servizi di baby-sitter, in particolare organizzati dalle stesse famiglie associate; favorire la permanenza dei soggetti deboli nella realtà familiare; la presenza della famiglia accanto al malato negli ospedali e altre istituzioni di ricovero per malattia; una revisione degli orari e dei tempi della città che tenga conto delle esigenze della famiglia; attivazione, in collaborazione con associazioni presenti nel settore, di un “progetto comunale affidi” come alternativa al ricovero di minori in istituto – Incoraggiare la permanenza in casa dei bambini sotto un anno di età e favorire forme di cura dell’infanzia 1-5 anni alternative alla istituzionalizzazione; una particolare attenzione per le famiglie numerose (con tre figli) e molto numerose (con 4 o più figli) e per tutte quelle situazioni in cui il fattore familiare rende critiche le condizioni di vita (famiglie toccate dalla disoccupazione strutturale, e in generale famiglie sotto la linea della povertà); laddove si potranno attivare i cosiddetti “Centri per le famiglie”, questi siano concepiti e organizzati come Centri di servizio per le associazioni familiari; più in generale, si tratta di assumere e favorire, da parte dell’Amministrazione comunale, una attenzione permanente e trasversale alle tematiche familiari: costituzione di una Consulta delle associazioni familiari (in senso stretto).

Sarà proprio la famiglia il soggetto attivo e decisivo per la “qualità” del territorio. Le famiglie possono e devono rendersi rilevanti attraverso il proprio agire concreto, attraverso la propria capacità operativa, da sole o associate, ma comunque privilegiando, più che la funzione di rappresentanza politica, la propria capacità di produrre fatti socialmente rilevanti, opere, servizi a base familiare.

L’aspetto innovativo è l’attenzione al fatto che la relazione tra famiglia e politica sociale e locale potrà essere radicalmente modificata, a favore delle famiglie, solo quando le famiglie stesse sapranno acquisire una chiara consapevolezza del proprio ruolo sociale, della propria responsabilità pubblica, della propria soggettività autonoma di fronte all’agire degli altri sottosistemi (politico, amministrativo, economico).

Occorre cioè, in altre parole, maggiore consapevolezza e maggiore pratica dell’“agire sociale” della famiglia; “ripartire dalla famiglia” non può essere più solo uno slogan, da difendere e affermare teoricamente, ma è la responsabilità che ogni famiglia deve assumersi.

Da un certo punto di vista, proprio sul “fronte interno” – conclude Cavallo – si gioca la sfida decisiva delle associazioni familiari: nel riuscire cioè a mettere in movimento le famiglie, esplicitandone la vocazione pro-sociale e rendendola un fatto visibile, pubblico, socialmente, politicamente ed economicamente rilevante. Solo a partire da una presenza reale, da fatti sociali, prodotti direttamente dalle famiglie, sarà possibile esigere una reale “cittadinanza sociale della famiglia”.

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