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Salute

Gara per l’appalto alla mensa dei malati psichici: la “Rete Sociale” promette battaglia

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“Quanto sta accadendo per l’appalto della mensa agli alunni e ai malati psichici, è ormai al di fuori di ogni norma: compresa quella che – in base alla legge 241/90 – regola il diritto dei cittadini ad essere informati sugli atti della pubblica amministrazione”. A denunciarlo in una nota è Serena Romano, presidente dell’associazione “La Rete Sociale”.

“Senza rendere pubblici, infatti, i controlli sul precedente servizio oggetto di contestazioni e violazioni, si sta appaltando il nuovo: sia nelle scuole, dove è stato aggiudicato ad un prezzo pro capite pari a quello di crocchette per cani; sia per i malati psichici, dove l’appalto dell’Asl si è arenato in una procedura “negoziata”, adottata dal responsabile della gara contro il buon senso e le indicazione di medici, pazienti, familiari, vertici aziendali, SoReSa e leggi sugli appalti.

Perciò all’esposto di Altrabenevento in Procura, si aggiungerà quello della Rete Sociale: oggi più che mai solidale con la battaglia dei genitori degli alunni. Perché la battaglia per il diritto all’informazione e al controllo del cibo fornito ai propri figli, sta facendo emergere le due facce della società beneventana.

Quella “avanzata”, composta di cittadini consapevoli che pretendono il rispetto delle regole tipiche di società civili ed europee; e quella antidemocratica di politici e burocrati, che continuano a negare risposte alle legittime richieste di trasparenza con metodi obsoleti, oltre che irriguardosi, delle istanze dei cittadini.

Ricorrere, infatti, al “pugno di ferro” – per vietare alle mamme di controllare i pasti, e ai bambini di mangiare a scuola i panini portati da casa – è un modo anacronistico per evitare il confronto e la partecipazione della società civile ai processi decisionali: basato sul presupposto che i cittadini che protestano siano ignoranti e suggestionabili.

Ma oggi nessuno ignora che il prezzo del pasto nelle scuole è anomalo: costa meno di un prodotto di crocchette per cani “grain free” – cioè, privo di cereali e ricco di proteine – venduto via internet tra i 50 e i 60 euro al sacco da 12 chili. Com’è possibile, allora che un pasto da 500 grammi per un cane di stazza media – che pesa quanto un bambino di 20 o 30 chili – costi euro 2,50 e quello per un alunno sia aggiudicato a euro 2,89 comprensivi delle spese per 49 dipendenti e i servizi nelle scuole?

Perciò la pretesa di saperne di più su questo servizio merita risposte verificabili. E l’inquietante ostinazione dei responsabili di Asl e Comune nel trattare appalti “delicati” come questi come un qualsiasi appalto per le pulizie o la lavanderia, rende la battaglia per un cibo buono e sicuro, una battaglia di civiltà: perché condotta in un contesto storico, culturale e scientifico che avvalora il rapporto tra salute e alimentazione. Rapporto forse sottovalutato dai responsabili istituzionali, ma non dall’opinione pubblica. Almeno a giudicare dai libri sul tema diventati best seller: come “Anticancro” (PickWick ed.) del ricercatore David Servan-Schreiber che, affetto da un melanoma a 30 anni, è riuscito ad allungare la sua vita di 20 anni adottando anche le acquisizioni scientifiche sull’alimentazione anticancro; o come “Prevenire i tumori mangiando con gusto” di Villarini e Allegro (Sperling & Kupfer) consigliato dall’Istituto Nazionale dei Tumori diretto per anni da Umberto Veronesi autore, a sua volta, di “Il tumore si previene anche a tavola” (Giunti ed.). Ecco perché la lotta di genitori, associazioni, stampa e sindacati per un cibo “controllabile” rende di retroguardia i silenzi e le omissioni di burocrati e politici che tentano di delegittimarla.

Una lotta, dunque, che va sostenuta, anche nei momenti di crisi, perchè potrebbe rivelarsi, come scrive Albert Einsten: “… una grande benedizione. Perché la crisi porta progressi… E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie e il meglio di ognuno… Senza crisi non ci sono sfide, nè merito… La vera crisi, è quella dell’incompetenza: e l’unica crisi pericolosa è non volere lottare per superarla”.

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