Sindacati
‘Comune ed Asia dovevano utilizzarli, invece i costi si sono raddoppiati’

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“Un gruppo di lavoratori dei consorzi rifiuti della provincia di Benevento ha diffuso il testo di un esposto denuncia presentato alla Procura della Repubblica contro altri lavoratori della FLAICA CUB e i loro avvocati che si sono rivolti al Giudice del lavoro perché illegittimamente posti in cassa integrazione. CGIL CISL e UIL, invece, da diversi mesi cercano di convincere i dipendenti dei consorzi ad accontentarsi della C.I.G. piuttosto che rivendicare il diritto a mantenere il posto di lavoro per occuparsi della raccolta differenziata dei rifiuti”: Marcelo Amendola, coordinatore regionale della Flaica-Cub fa il punto, dal suo angolo di visuale, della vicenda, annosa ormai, di questi lavoratori che stazionano ormai costantemete sotto la Prefettura.
“Anche il presidente dell’ASIA, Lucio Lonardo, con alcune recenti dichiarazioni alla stampa ha spiegato che non può utilizzare i lavoratori dei consorzi rifiuti perché sono stati posti in cassa integrazione e questo conferma che la C.I.G. è stato un imbroglio. Infatti, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3564 del 9/2/2007 all’articolo 5 stabilisce testualmente:’ I comuni della Regione Campania sono obbligati ad avvalersi in via esclusiva per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata dei consorzi di bacino….’. Tale obbligo è stato ribadito dalla legge n. 87 del 2007. Pertanto anche il Comune di Benevento e per esso l’ASIA, per la raccolta differenziata dei rifiuti dovevano utilizzare i lavoratori dei consorzi che fino alla fine del 2009 sono stati pagati dalla Regione. Invece Lucio Lonardo ha preferito spendere altri soldi per assumere altri lavoratori attraverso le agenzie interinali. Per l’anno 2010 gli stipendi dei lavoratori dei consorzi sono a carico dei comuni in proporzione alle quote consortili. Il Comune di Benevento, pertanto, per i primi sette mesi dello scorso anno deve versare € 500.000 mila euro per gli stipendi dei dipendenti del consorzio BN1 ma non li ha voluti utilizzare per la raccolta differenziata, nonostante l’obbligo previsto per legge e ribadito dalla Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per garantire il servizio l’ASIA ha speso altri 580.000 euro per gli interinali con ulteriore aggravio di spesa per i cittadini”.
“E’ evidente – conclude Amendola – che, secondo legge, i consorzi non dovevano mettere i lavoratori in cassa integrazione perché avrebbero dovuti utilizzarli per la raccolta differenziata e ciò avrebbe comportato per i comuni una spesa minore rispetto a quella che invece continuano a sostenere per pagare gli interinali o le ditte private. Per questo motivo siamo contrari alla Cassa Integrazione che, tra l’altro, non può essere concessa ad dipendenti pubblici come quelli dei Consorzi Rifiuti che, pertanto devono essere ricollocati in servizio ed utilizzati per le loro competenze. Ovviamente presenteremo anche noi esposto in procura per accertare chi elude la legge e chi intimidisce i lavoratori”.