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Piana di Calise, l’esposto di Altrabenevento: “Perché il progetto di pulizia del Tammarecchia è fermo da sei anni?”

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“Le piogge eccezionali che nella notte tra il 14 e il 15 ottobre hanno riversato tra Benevento e i comuni di Pago Veiano, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti e Molinara, 190 litri di acqua per ogni metro quadrato di terreno, sono state certamente tra le cause dell’alluvione che ha colpito la città capoluogo e diverse località attraversate dai fiumi Tammaro e Calore, ma di certo l’evento ha prodotti danni ancora più devastanti a causa della cattiva o assente manutenzione dei corsi d’acqua”. Inizia così la nota di Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, che ha scritto al prefetto Galeone e al procuratore aggiunto Conzo per sapere cosa è accaduto realmente nella piana di Calise sul fiume Tammaro, che ha reso ancora più devastante l’alluvione a Benevento.

“Ad esempio – scrive Corona – il torrente Tammarecchia ha portato nella piana di Calise, tra i comuni di San Giorgio La Molara e San Marco dei Cavoti, quantitativi enormi di detriti di ogni tipo creando danni ingenti alle abitazioni, alle aziende agricole, ai ponti e alle strade, e determinando poi l’onda di piena che ha investito la zona industriale di Ponte Valentino.

Quel torrente era pieno da diversi anni di alberi secchi, rifiuti e soprattutto, di sabbia e pietre al punto che le amministrazioni Comunali di San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti e Molinara, sapendo che la parziale ostruzione del corso d’acqua avrebbe potuto procurare gravi danni in caso di forti piogge, hanno approvato diversi anni fa un progetto di pulizia dell’alveo che però, a quanto è dato sapere, non avrebbe avuto l’assenso del Genio Civile.

Subito dopo l’alluvione del 14-15 ottobre, – prosegue nella lettera – gli abitanti e le amministratori della zona hanno segnalato alla sala operativa della Protezione Civile della Prefettura, i danni procurati anche alla piana di Calise dai detriti portati a valle dal Tammarecchia che hanno ostruito ulteriormente il torrente prima ancora della sua confluenza con il fiume Tammaro. Nonostante le ripetute segnalazioni, la Protezione Civile non è intervenuta sul posto.

Risulta a questa associazione che la Prefettura aveva promesso almeno la fornitura o messa a disposizione di mezzi meccanici idonei a liberare in parte i ponti e gli alvei ostruiti, ma quei mezzi non sono mai arrivati.

E così, le piogge del 19-20 ottobre hanno creato ulteriori danni a Calise, con un’onda di piena proveniente dal Tammarecchia ostruito, parallela alla piena meno distruttiva del Tammaro.

I fatti esposti – conclude Gabriele Corona – sono di particolare gravità e per questo chiediamo alla Prefettura di spiegare perché la Protezione Civile non è intervenuta nella piana di Calise, cioè proprio laddove l’afflusso eccezionale di acqua e detriti nel fiume Tammaro ha poi contribuito a rendere ancora più devastante l’alluvione a Benevento. I cittadini del Sannio sono particolarmente scossi da questo evento e hanno il diritto di sapere che cosa è realmente accaduto, oltre le piogge eccezionali, al punto da procurare danni ingenti alle case, alle aziende e al territorio”.

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