POLITICA
Aumento di capitale della Gesesa, i “Grilli Sanniti”: “Cosa c’è dietro questa manovra?”

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“Cosa vuol dire partecipazione? È un termine molto usato ed intorno al quale da sempre ci si interroga. Nasconde in sé tante questioni: si può partecipare ad un evento, si può partecipare una decisione e si può partecipare ad una discussione. Per i filosofi («Est autem partecipare quasi partem capere» dice Tommaso d’Acquino) partecipare serve a capire, per Giorgio Gaber senza partecipazione non può esserci libertà”. Inizia con queste parole una nota dei Grilli Sanniti in merito alla questione delle partecipate a Benevento.
“Ultimamente – proseguono i grillini – il termine partecipazione è divento molto frequente sulla stampa e soprattutto nei programmi politici, e ovviamente ad abundantiam è stato utilizzato anche nel Programma di Mandato dell’attuale Amministrazione Comunale di Benevento. Anche l’Europa ha sancito, con la Carta europea dei diritti dell’uomo nella città, la necessità di promuovere e favorire tale partecipazione, ed ogni Stato membro (compresa l’Italia) sta adeguando ogni norma imponendo forme partecipative. Per noi del MoVimento 5 Stelle trasparenza e partecipazione sono elementi fondamentali ed irrinunciabili, e da sempre sproniamo e favoriamo la partecipazione “attiva” dei cittadini nei processi decisionali intorno ai beni comuni.
Ma c’è anche un altro termine – aggiunge la nota – che deriva da partecipare, ed è partecipate: le aziende miste in cui l’Ente pubblico “partecipa” con il privato per l’erogazione dei servizi ai cittadini. A Benevento c’è Asia, che partecipa annualmente i suoi costi con i cittadini beneventani, poi c’è l’Amts, che partecipa più che altro disservizi, ed è oramai un Ente sull’orlo del fallimento proprio a causa della “partecipazione” alla costruzione di un parcheggio con imprese private, e infine c’è la Gesesa. La Gesesa si occupa dell’erogazione dell’acqua e della gestione della rete fognaria del Comune di Benevento, e di solito i cittadini vengono informati con salate bollette del costo e con grandi proclami giornalistici delle sostituzioni ai vertici dell’Ente da parte dei vari politici (che non riescono ad arrivare in poltrone più ambite).
Nel Consiglio Comunale del 29 settembre – sottolineano dal M5S – c’è all’ordine del giorno (oltre a qualche altro debito venuto fuori nelle ultime settimane e che andrà a rendere già “sballato” ogni bilancio appena approvato) l’aumento di Capitale delle Gesesa al fine di consentire a questa azienda di comprarne parte di un’altra, ed in particolare il consorzio Cabib. Della Gesesa è socio l’Acea spa, una delle società più grandi e forti in Italia, interessata al business dell’acqua che, secondo articoli giornalistici, addirittura punta a monopolizzare la gestione delle risorsa acqua in tutto il Sud Italia. La stessa Acea è anche famosa per i compensi dei suoi dirigenti e per il famoso Presidente che guadagna molto più del Presidente degli Stati Uniti d’America.
Tutti ciò – spiegano i grillini – sta avvenendo in Italia, con assoluto disprezzo del Referendum del 2011, che reclamava l’acqua come bene comune, ed in nome della corsa al cambiamento guidata dal Pd e dal buon Renzi. Del resto che l’acqua sia il petrolio del futuro oramai è cosa certa! Il Pd locale ovviamente si interroga solo su quale poltroncina in questo nuovo giro di interessi potrà accaparrarsi e si chiede a chi dei prodi politici locali toccherà la fetta maggiore. Noi non sopportiamo più questa politica! Noi non sopportiamo più che sulla pelle dei cittadini vengano prese decisioni che poi, come è stato per il parcheggio di Porta Rufina, pagheremo tutti!
Noi crediamo – conclude la nota – che l’acqua sia un bene comune e che debba rimanere pubblico al riparo dagli interessi privati! Cosa c’è dietro questa manovra? Perché la Gesesa deve Comprare il Cabib? Quali sono le garanzie che i costi del servizio non aumenteranno e quali le tutele per i cittadini? Quando anche questa manovra tra qualche tempo si rivelerà “sballata” chi pagherà? E, dunque, chiediamo: signori Consiglieri comunali, siete sicuri della necessità e della bontà di questa iniziativa o il voto vi è stato imposto dal partito? Noi saremo in Consiglio e riprenderemo la seduta per lasciarla a disposizione dei cittadini e di chi, magari tra qualche tempo, chiederà conto dell’ennesima decisione “partecipata” sì ma solo nelle stanze del potere”.