CULTURA
‘Agosto 1861, l’unità d’Italia che non sarà celebrata’

Ascolta la lettura dell'articolo
E’ stato pubblicato in questi giorni il numero uno del bimestre gennaio-febbraio 2011 della Rivista Religiosa Presenza Missionaria Passionista, diretta dal teologo morale, padre Antonio Rungi, giornalista pubblicista e religioso passionista e tra gli articoli in essa contenuti c’è un intervento sulla storia dell’Unità d’Italia a firma di Giuseppe Comparelli, dal titolo: “Unità d’Italia: quello che non sarà celebrato”. Un titolo già esemplificativo del contenuto, che scinde Risorgimento ed unificazione del Paese (“Se Risorgimento e unità fossero la stessa cosa, preferiremmo non appartenere a questa patria, ma a quella di Dante, di Manzoni, di Pellico, a quella degli uccisi, degli emigrati”). E, ovviamente, non può non essere in tal senso portato all’attenzione dei lettori un episodio-simbolo, quello dell’eccidio dell’agosto 1861: “Quaranta soldati – scrive Comparelli – hanno l’ordine di scoprire e uccidere briganti, vengono sopraffatti in nome della resistenza all’occupazione. Cialdini ordina la totale distruzione e l’incendio di Pontelandolfo e Casalduni con novecento morti. Per molto meno i capi nazisti, in Italia, furono catturati, processati e giustamente condannati. Cialdini fu decorato e promosso ambasciatore. Tutto fatto in casa-Italia-unita con fraterna ferocia. Ma presso tanti ancora resiste quella leggenda, allestita in tempo dalla nuova Italia, in modo che già da piccoli i nuovi italiani sapessero a quale eroica razza appartenessero”.