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Vicenda Ristorò, la Rete Sociale: “Alunni esonerati, ma malati mentali ‘obbligati’ ai pasti Ristorò”

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“Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare i pasti della ditta Ristorò: ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM)”. Lo denuncia in una nota Serena Romano della Rete Sociale.

“Oggi, infatti, – aggiunge la Romano – il sindaco di Benevento e il commissario della Asl si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla Magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni di “Altrabenevento” – ancora prima dello scandalo scoppiato ieri grazie al Corriere.it – sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa o ad avviare controlli più puntuali.

Non solo: nessun provvedimento riguarda i “deboli” come i malati mentali, addirittura obbligati a servirsi della ditta Ristorò con una determina di appena due giorni fa, firmata da dirigenti della Asl e del DSM. Per capire la gravità di questa decisione e il “falso stupore” di oggi dei vertici sanitari e del Comune – al corrente da tempo delle critiche arrivate da tutte le parti al cibo della Ristorò – bisogna fare un salto a un paio di anni fa e alla denuncia apparsa sul nostro blog www.ilenzuolibianchi.com.

Ma al di là degli attuali sospetti di sofisticazioni o mancati interventi dei Nas, c’era già chi, dopo avere constatato la scarsissima gradevolezza del cibo giudicando dalla faccia schifata e dal rifiuto dei pazienti, ha agito di conseguenza per rispetto dei diritti del malato: si tratta dei responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone che elaborano un progetto di “laboratorio di cucina” da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro, utilizzando prodotti a chilometro zero.

E’ il progetto “Cotto e Mangiato” – prosegue nella nota – che cambia non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perché fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata è una terapia riabilitativa straordinaria, incentivata anche dalle direttive sulla Salute Mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro “solidali”.

Di qui la gravità della determina datata 24 marzo scorso che, senza alcuna consultazione prevista per legge, definisce “terminato” questo progetto; invita lo psichiatra responsabile di Morcone a “prendere atto che il servizio di ristorazione sarà garantito dalla “Ristorò affidataria del servizio”; e scarica con una pilatesca lavata di mani su quest’ultimo “l‘accertamento che i pasti siano sufficienti e soddisfino il fabbisogno giornaliero”.

Insomma, il DSM e la Asl, pur avendo avuto tutto il tempo per adottare quel progetto a vantaggio dei propri assistiti, oggi – nonostante i dubbi sollevati dal caso Ristorò e le relative cautele da prendere in merito – preferiscono dire “No, al progetto “Cotto e mangiato” e “Sì, al maxi-appalto “Precotto e schifato”. Una decisione – conclude Serena Romano – che non ha bisogno di commenti, ma solo di atti conseguenti: per quanto ci riguarda, il nostro sarà avviare una richiesta formale di ispezione sul Dipartimento di Salute Mentale e sui “mancati atti di controllo” da parte della Asl”.

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