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Comune di Benevento

Benevento, la maggioranza non ha il numero legale: salta il Consiglio comunale sulla Tari

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Manca il numero legale e salta il Consiglio comunale di Benevento. I sedici voti della maggioranza, su una richiesta di sospensione per valutare un emendamento, non sono bastati per consentire il normale svolgimento dell’assise di Palazzo Mosti. A far slittare tutto è stato il primo punto all’ordine del giorno sulla componente Tari dell’Imposta Comunale Unica (IUC).

Il secondo emendamento presentato dall’opposizione ha spinto il capogruppo Pd, Giovanni Zarro, a richiedere l’interruzione. La votazione che ne è seguita, e alla quale la minoranza non ha partecipato, ha decretato la mancanza del numero legale e il rinvio della seduta.

“Noi abbiamo fatto il nostro dovere – attaccano dall’opposizione -, abbiamo presentato un emendamento per migliorare le modalità di pagamento. La maggioranza, però, non riesce ad accettare che ci possano essere delle proposte concerete anche da parte nostra. Non dimentichiamo che sono mesi che il Consiglio riesce a raggiungere il numero legale solo grazie alla presenza della minoranza”.

Dopo la sospensione la maggioranza è stata riunita dal capogruppo Giovanni Zarro. Un meeting che dovrà servire per ricompattare i consiglieri e ridiscutere le strategie anche in vista dei prossimi Consigli comunali. Il rinvio della seduta, infatti, non ha permesso la discussione in merito all’applicazione del piano industriale approvato dall’Amts Spa e del piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dall’Ente. Resta da chiarire, però, anche l’aspetto politico: l’assenza del numero legale rappresenta un segno di debolezza che dovrà essere smentito al più presto.

Per quanto riguarda gli aspetti pratici della vicenda, il Consiglio avrebbe dovuto votare ed approvare per stabilire il nuovo calendario delle riscossioni. L’assessore alle Finanze, Francesco Saverio Coppola, ha proposto cinque tranche di pagamenti per la Tari: quattro rate per coprire l’80% dell’importo con scadenze il 20 maggio, il 3 luglio, il 3 agosto e il 3 settembre. Il restante 20% sarebbe dovuto essere corrisposto in unica soluzione il 30 novembre.

Una scelta, ha spiegato l’assessore al ramo nella sua relazione, che sarebbe dovuta servire per rendere meno pensante lo sforzo economico dei contribuenti e al tempo stesso avrebbe permesso all’Ente di migliorare le entrate finanziarie.

Un’ipotesi condivisa dall’opposizione che, attraverso il consigliere Giovanni Quarantiello, ha presentato il primo emendamento di giornata, approvato all’unanimità, per l’anno 2016. Il prossimo anno, infatti, la tassazione dovrebbe essere divisa in 12 mensilità in modo da ridurre ulteriormente l’impatto sulle tasche delle famiglie. Il secondo emendamento, quello che ha fatto sospendere la seduta, chiedeva una dilazione in 8 rate, anziché 5, della Tari per l’anno in corso.

La nota dei consiglieri di opposizione – “Il gruppo di maggioranza al Comune di Benevento ha perso ancora una volta una buona occasione per fare qualcosa di concreto a vantaggio della comunità. Dopo aver votato favorevolmente l’emendamento proposto dai consiglieri di opposizione che prevedeva il pagamento della Tari 2016 in dodici rate a partire dal 1° gennaio prossimo, la maggioranza si è liquefatta sulla proposta successiva della minoranza (formulata in piena coerenza con l’antecedente), quella che avrebbe sancito la rateizzazione in 8 mensilità per la Tari 2015 a partire dal 15 maggio con i primi 7 bollettini in acconto per l’80%, e l’ultimo a conguaglio entro il 30 dicembre.

Purtroppo bisogna prendere atto che neppure il momento di seria precarietà economica in cui versano molte famiglie beneventane ha smosso le coscienze dei componenti dell’Amministrazione attiva, che hanno rifilato l’ennesimo schiaffo alla cittadinanza.

Le principali responsabilità della disfatta che ha generato il mancato risultato, sono da ascrivere al capogruppo del Pd Giovanni Zarro, che, dopo aver accusato l’opposizione, senza addurre alcuna motivazione a supporto, di non avere una linea comune rispetto a quella della maggioranza, è andato in tilt ed ha totalmente smarrito il senso della realtà al punto da chiedere una nuova sospensione dei lavori (ce n’era già stata una qualche istante prima in cui avrebbe avuto tutto il tempo per approfondire una questione che più chiara non poteva essere) per capirci di più su un emendamento impostato allo stesso modo di quello approvato poco prima all’unanimità.

Un emendamento lineare e sulla falsariga del precedente, che aveva ricevuto finanche il via libera della struttura tecnica (calibrato e parametrato in collaborazione con dirigente ed assessore), non lasciava spazio alle interpretazioni e aveva il solo scopo di alleggerire il peso della Tari sulle tasche dei cittadini attraverso una forma di dilazione da prevedersi anche per l’anno corrente.

Non si riesce davvero a comprendere l’infelice uscita di Zarro (per la verità non ci sono riusciti neppure diversi consiglieri di maggioranza) che non ha mostrato un briciolo di sensibilità: l’unica spiegazione plausibile è che egli non volesse riconoscere all’opposizione il merito e la paternità di un provvedimento che avrebbe dovuto predisporre la maggioranza, se questa avesse avuto veramente a cuore le sorti della città.

Una maggioranza che invece si ritrova ormai in frantumi, visto che siamo alla terza seduta consecutiva di Consiglio in cui i lavori dell’assise hanno avuto inizio grazie al senso di responsabilità dell’opposizione che ha garantito il numero legale. Anche stavolta però, come nelle occasioni precedenti, i grandi Soloni di Palazzo Mosti non ne hanno saputo approfittare dimostrando di avere una visione miope della politica e di rispondere solo a logiche personalistiche”.

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