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Sindacati

Taglio al fondo dei patronati. Cgil e Uil: grave attacco ai diritti dei cittadini

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“Quello che riportano oggi alcuni quotidiani circa un taglio strutturale di risorse al fondo Patronati, di oltre il 30 per cento, va ben oltre ogni previsione negativa; è gravissima, inaccettabile e immotivata”.

E’ quanto afferma il Segretario Provinciale della CGIL di Benevento, Rosita Galdiero. “Se venisse confermato il testo della legge di Stabilità, così come è stato pubblicato dai principali quotidiani – precisa – per i patronati si tratta di una stangata che pregiudicherà l’attività di assistenza e di tutela che questi istituti offrono in forma gratuita a milioni di cittadini e cittadine ogni anno, così come prevede la legge 152 del 2001”.

“Una scelta scellerata – il Segretario Generale della CGIL di Benevento – che mal si concilia con le dichiarate intenzioni del governo di mettere a punto una manovra finanziaria espansiva per favorire la ripresa occupazionale e lo sviluppo economico, mostrando particolare attenzione alle famiglie più bisognose. Il governo ignora quanto il lavoro dei Patronati incida positivamente sulla pubblica amministrazione che lui stesso intende riformare, tagliando gli sprechi”.

“Soltanto qualche giorno fa, in occasione della presentazione del bilancio sociale dell’Istituto previdenziale, è stato sottolineato che, senza l’attività dei Patronati, la pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6 mila uffici permanenti e per l’Inps, questo si tradurrebbe in un aumento degli organici di 5.350 unità. In termini economici, il sistema dei patronati garantisce un risparmio annuo di 564 milioni di euro per l’Inps occorrenti per garantire annualmente gli stessi servizi”.

Secondo il Direttore dell’Inca CGIL Provinciale, Angelo Rossi, “il taglio di 150 milioni di euro e la riduzione dell’aliquota di prelievo dei contributi previdenziali obbligatori, già a partire dall’anno in corso, significa mettere in ginocchio la rete degli sportelli dei Patronati che in questi anni di crisi ha rappresentato l’unico istituto di welfare al servizio soprattutto di coloro che non possono permettersi di pagare un consulente privato per ottenere le prestazioni previdenziali e assistenziali cui hanno diritto e che stanno soffrendo più di molte altre categorie le conseguenze di una crisi disastrosa”.

“Altro che manovra espansiva se venisse confermato tutto quanto contenuto nella bozza della legge di stabilità -, si tratterebbe invece di un duro attacco senza precedenti ai diritti più elementari costituzionalmente garantiti, per tutti e, in particolare, per le fasce più deboli della popolazione.

Dello stesso avviso anche la Uil. Se tale provvedimento venisse approvato – scrive in una nota -, il Governo colpirebbe, ancora una volta, i cittadini più deboli che trovano quotidianamente proprio nei Patronati assistenza, capacità di ascolto e aiuto nel districarsi tra le maglie della burocrazia. Com’è noto, i patronati svolgono da sempre un lavoro prezioso che contribuisce anche al buon funzionamento degli enti pubblici e di quelli assistenziali e previdenziali fornendo spesso prestazioni che non sono in alcun modo retribuite. La Uil, inoltre, ricorda al Governo che recenti indagini demoscopiche di importanti istituti indipendenti hanno fotografato l’importanza e il ruolo di questi istituti anche nel rapporto costi/benefici. Con questo taglio, dunque, il Governo metterebbe a repentaglio anche migliaia di posti di lavoro e la presenza di molti uffici sul territorio nazionale.

“E’ un colpo mortale per le attività dei Patronati a servizio dei cittadini, specialmente di quelli residenti all’estero”, afferma Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento.

“Infatti – continua Bosco – sia per gli anziani che per le migliaia e migliaia di giovani, che sono costretti ad andare all’estero per cercare un lavoro, e che il Paese sta completamente abbandonando al loro destino, la situazione diventerebbe anche peggiore”.

“Di sicuro – conclude Bosco – se davvero i 30 patronati oggi esistenti dovranno chiudere i battenti, problemi ce ne saranno, in quanto questi svolgono gratuitamente per i cittadini tantissime prestazioni di ‘front office’ che gli uffici Inps ormai forniscono quasi soltanto per via telematica.

Attualmente, chi deve presentare una domanda di pensione o semplicemente vuole chiedere un chiarimento o un’informazione, oppure vuole parlare con un essere umano in carne ed ossa, e non con un computer o un call center, si reca negli uffici di patronato.

Stesso discorso per le pratiche infortunistiche Inail. Anche i permessi di soggiorno per i migranti ormai sono gestiti dai patronati: prima dinanzi agli uffici erano normali i bivacchi notturni e le risse tra immigrati”.

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