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Orecchie e coda mozzate, messe in fila come trofei: ignobile caccia alla volpe

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Cinque volpi sparate, messe in fila ed amputate di orecchie e coda nelle campagne a confine tra Bonito ed Apice e quindi tra le due province di Avellino e Benevento. Questa la macabra scoperta da parte di un giovane del luogo che ha subito chiamato la Lac provinciale per denunciare il massacro.
E’ accorso sul posto Emilio Mauro Merola responsabile locale della Lac (Lega abolizione caccia) nonchè presidente della Lida (Lega italiana diritti animali) che ha anche scattato delle foto a testimonianza di fin dove si possa spingere la crudeltà dell’uomo e del cacciatore in questo caso. Le foto hanno fatto il giro anche su Facebook destando l’indignazione di tante persone che si sono chieste il perchè di tanto accanimento.
“Ecco l’uomo che cosa è in grado da fare.. Lo stesso uomo che parla di pietà. E’ la morte dell’umanità. E’ il disprezzo della vita in nome di uno ‘sport’: la caccia”, questo il commento di una giovane assistente universitaria di Napoli; “Che massacro inutile- aggiunge un ragazzo- spero tanto che queste persone siano fiere della loro crudeltà” ed ancora una ragazza scrive sconcertata: “Ma non si vergognano? E’ una crudeltà infinita”.
“C’è da sottolineare- spiega Merola- non solo che le carcasse sono state trovate quasi sul ciglio della strada ( una interpoderale che collega la frazione di Morroni di Bonito con Apice, ndr) ed è quindi plausibile che i cacciatori abbiano sparato nelle vicinanze di una strada cosa che anche in altre occasioni abbiamo sottolineato come sia contro la normativa; inoltre abbiamo il dubbio, visto lo stato di conservazione delle carcasse, che gli animali siano stati abbattuti successivamente alla data del 31 gennaio e quindi a stagione venatoria chiusa. Dunque siamo difronte a bracconieri. Riguardo all’amputazione di orecchie e coda è stata una scena orribile, non ho aggettivi per definire questa terribile pratica che tra l’altro sembra essere legalizzata”.
Con ogni probabilità i cacciatori o bracconieri autori di tale massacro sono del Sannio e la Provincia di Benevento si è dotata di un regolamento per la gestione faunistica-venatoria delle popolazioni di corvidi, volpi e nutrie per proteggere la selvaggina in ripopolamento in particolare i fagiani. Dunque si spara alle volpi per evitare che mangino fagiani di allevamento che sono poco più che grossi polli e portar via code ed orecchie equivale ad un trofeo oltre alla ‘prova’ del numero di volpi ammazzate.
Fonte | Ottopagine.it