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Sindacati

Provincia, Cgil e Cisl rispondono a Bosco sulla Fondazione Centro Studi

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Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Antonio Forgione (Cisl FP), Gianna Serena Franzé (FP Cgil) e dagli Rsu Serafino De Bellis, Gabriella Gomma, Tiziana Iannace, Francesco Mervoglino e Osvaldo Romano in risposta al segretario Uil Fioravante Bosco in merito alla nascita della Fondazione Centro Studi della Provincia di Benevento. Questo il testo della nota.

“Le dichiarazioni di Bosco non meriterebbero risposta perché si commentano da sole. Siamo costretti, però, ad intervenire perché lo riteniamo doveroso nei riguardi dei lavoratori della Provincia e dei cittadini del Sannio.

Non si era mai visto un sindacalista, peraltro in posizione di grande responsabilità, chiedere all’amministrazione di prendere provvedimenti punitivi nei riguardi di lavoratori, solo perché hanno espresso una posizione diversa dalla sua, che, come sempre, coincide con quella dell’amministrazione. Ma Bosco ci ha abituati a tutto.

Guardiano di ogni amministrazione locale, sempre puntuale nell’annunciare sottoscrizioni di contratti, nel formulare auguri a ritta e manca. Sempre presente, ovunque e dovunque, in fatto ed in diritto. Peccato che la sua performance migliore sia l’incoerenza: ieri a chiedere rigore nella spesa, oggi a favore di invenzioni clientelari, domani chissà! Per questo non ci meravigliamo più di nulla. L’Amministrazione non risponde, Bosco interviene in nome e per conto della stessa. E’ sempre così.

E’ diventato anche il guardiano della fortezza e, con le sue non troppe velate minacce, cerca di intimidire e zittire chi non la pensa come lui (loro). Ma noi non ci facciamo intimidire né temiamo le ritorsioni che Bosco invoca, perché abbiamo la serenità dei giusti e sappiamo di poter contare sulla solidarietà della stragrande maggioranza dei lavoratori della Provincia e dei cittadini.

Non crediamo che ci possa essere alcun tipo di ritorsione, perché pensiamo che con l’Amministrazione si tratta di una semplice discordanza di vedute, all’interno di un dibattito civile e democratico (checché ne dica Bosco che rimanda, invece, ad un clima volutamente terroristico).

Non avremmo comunque problemi, nel caso in cui ciò si dovesse verificare, a difendere le nostre posizioni in qualunque sede. E’ strano che Bosco si sia ricordato solo oggi della Fondazione. Non è stato molto attento, perché le nostre posizioni di oggi sono le stesse che abbiamo già espresso, insieme con la RSU della UIL Università, in occasione della ipotizzata Fondazione da costituire dalla Provincia con l’UNISANNIO. Ma il Senato Accademico ha detto no. La Provincia, non riuscendo a trovare nessun altro partner interessato, la Fondazione sta cercando di farsela da sola.

Entrando nel merito diciamo a Bosco che prima di parlare avrebbe fatto bene a leggere la delibera commissariale n. 18 del 30 giugno u.s. e gli articoli dello Statuto. Cosa c’entrano la Rocca dei Rettori, il Museo e la Biblioteca con la Fondazione? Forse conosce cose che a noi sfuggono? Ed in che modo dovrebbero rientrare quei dipendenti della Provincia, definiti da Bosco di serie A e di serie B, nella Fondazione?

La nostra azione è tesa a tutelare gli interessi di tutti i dipendenti della Provincia e non solo di alcuni, proprio l’esatto contrario di ciò di cui ci accusa Bosco.

Perché ogni euro che va alla Fondazione è un euro in meno per i lavoratori dell’Ente che non hanno e non avranno alcun ruolo nella Fondazione, visto che è stata prevista solo una sola figura amministrativa “non meglio identificata” scelta tra dipendenti pubblici.

Ma se le vere preoccupazioni di Bosco fossero i beni culturali dell’Ente ed il destino dei lavoratori (di serie A e B), vogliamo ricordare a Bosco ed ai suoi sodali, che già ci sono società partecipate (Sannio Europa e Art Sannio), che gestiscono, con 14 lavoratori, una parte dei beni culturali della Provincia, tra cui il MUSEO ARCOS (In che modo l’ipotizzata Fondazione li potrebbe tutelare?). Era proprio necessario inventarne un’altra o si potevano potenziare (o trasformare) quella che già c’erano?

Se alla fondazione potessero essere trasferiti, in uso od in proprietà, i beni immobili del patrimonio culturale della Provincia, come potrebbe gestirli? Con quali risorse? Sempre con fondi sottratti al bilancio della Provincia (e quindi impoverendola)? E con quale personale? Quello della Provincia?

Ma sarebbe possibile il trasferimento dei dipendenti della Provincia alla Fondazione? E se si, quanti dipendenti sarebbero interessati?

Noi pensiamo che se i lavoratori della Provincia saranno costretti, in virtù del passaggio di funzioni e competenze previste dalla legge Del Rio, ad un trasferimento forzoso, sicuramente preferiranno transitare verso un’amministrazione dello Stato o quella comunale, ma nessuno sarà interessato a passare nei ruoli (?) della Fondazione Centro Studi della Provincia di Benevento.

Ma come si fa a pensare che lo Stato possa consentire che una parte importante delle funzioni (e quindi dei beni, delle risorse economiche e del personale) non più di competenza della Province possa essere trasferita ad un ente di diritto privato, la Fondazione, creato ad hoc? Significherebbe stravolgere gli obiettivi che il governo si è dato. Rimarrebbe tutto com’è, con un po’ di provincia in meno ed una fondazione in più. Quello che esce dalla porta rientrerebbe dalla finestra. E allora ripetiamo ancora una volta: cui prodest?

Sicuramente ai 5 presidenti, al segretario amministrativo ed alle tante altre figure previste dalla Statuto della Fondazione. Tutte persone, però, che nulla hanno a che fare con la Provincia di Benevento.

Un ultimo richiamo all’interesse dei cittadini del Sannio: siamo proprio certi che la cittadinanza voglia questa fondazione e che ritiene utile investirci così tanti soldi della collettività in un momento in cui anche la politica nazionale è fortemente impegnata nella riduzione della spesa pubblica?

Ed infine chiariamo che Serafino De Bellis non è il primo firmatario della nota perché non c’è nessun primo firmatario. Sta al primo posto tra i firmatari RSU per un semplice motivo: i nomi sono stati indicati in rigoroso ordine alfabetico”.

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