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Scontri a Palazzo Mosti, Vittoria Principe: “Condanno la violenza, ma perché si è arrivati a tanto?”

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“Dopo gli episodi avvenuti a seguito dell’ ultimo Consiglio comunale, mi corre l’obbligo prima come cittadina, poi come operatore dell’informazione in città, di esprimere il mio dissenso per quanto accaduto. Mai potevo immaginare di dover riaprire i cassetti dei ricordi legati a molti anni fa quando nelle piazze, studenti, operai e disoccupati rivendicavano diritti sociali. Eppure, l’altro ieri, la città, la mia città, la nostra città è stata scossa da una protesta che alla fine ha avuto il tragico epilogo quando dimostranti e forze dell’ordine sono entrati in contatto”.
Lo scrive in una nota Vittoria Principe, giornalista e portavoce del Forum delle Associazioni “La Città che vogliamo”.
Premesso che condanno ogni forma di violenza da qualsiasi parte provengano, – aggiunge Principe – ritengo altresì giusto promuovere e manifestare per rivendicare i propri diritti, siamo ancora in una nazione democratica, senza arrecare nessun danno a cosa e persona . Ma la domanda a cui noi tutti dovremmo cercare di dare una risposta, è perché si è arrivati a tanto. Qual è stato l’elemento scatenante? Qual è stato il vero motivo che ha indotto tante persone a protestare fino a quel punto? Le risposte sono tante. La crisi economica, la perdita di posti di lavoro, una perdita di valori sociali, una crisi delle famiglie, tasse che aumentano a dismisura e che portano in affanno anche quel ceto medio che fino ad oggi sembrava al riparo da queste situazioni.
A questo – spiega – va aggiunta una crisi della politica, una politica sempre più autoreferenziale mal digerita dai cittadini che vedono in loro, i politici, una classe di privilegiati lontani e distanti dalla realtà quotidiana. Se il governo nazionale vive una stagione di incertezze, di confusione, dove con il Governo delle larghe intese è difficile comprendere quali siano le azioni di sinistra o di destra, e dove si trova terreno fertile caricando di tasse i cittadini come una mannaia che si abbatte quotidianamente su di noi. Il quadro cittadino, riferito all’amministrazione comunale che da oramai governa questa città da circa 7 anni, riflette quello che accade nella nazione.
Un’amministrazione comunale, incapace di interpretare il reale bisogno dei suoi concittadini, una città non più ripiegata su se stessa ma che vive in modo orizzontale, a tratti agonizzante, attenta solo a difendere l’oramai usurato attrezzo del manuale Ciancelli. Dove, tutto è ripartito, le poltrone, per numeri, per percentuali, (vedi l’ultima nomina della Gesesa), dove quest’amministrazione dimostra con i fatti che uscendo dalla porta si può rientrare dalla finestra, incurante di quello che i cittadini rivendicano ad alta voce, e cioè, meritocrazia e competenza. Un’amministrazione incapace di risolvere ogni problema che si evidenzia, una città, svuotata da un commercio in crisi, dall’occupazione, dai servizi, senza una programmazione culturale, turistica ecc.
Una comunità – prosegue – che definirla dormiente, apatica, svogliata è un’offesa per le tante intelligenze che ancora resistono e che voglio e chiedono un cambiamento di rotta. Non è questa la città, che come cittadina voglio, non questa la città che mi piace raccontare come giornalista, non è questa la città che voglio per i mie figli. Voglio una città laboriosa, dinamica, capace di saper fare di necessità virtù, dove chi ci governa si approcci con capacità nella risoluzione dei problemi almeno quelli quotidiani. Voglio una città dove chi ci amministra metta da parte i propri interessi ( politici) e personalismi e operi per il bene della comunità, e dove emerga in modo chiaro il ruolo dove si intende svolgere questa funzione, se opposizione o maggioranza, eliminando balletti e salti di banco ogni tre mesi.
Voglio una città dove posso raccontare di vivere in una città solidale, in una città dove i servizi funzionano, dove c’è rispetto per l’ambiente senza cementificare dovunque, una città a misura d’uomo dove anziani e bambini siano al centro delle attenzioni. Sarà, possibile tutto ciò? Si! Io, così come tanti che ascolto quotidianamente, sono convinta che armandoci di buona volontà è possibile costruire qualcosa di concreto, riaccendere quella luce di speranza nei nostri cittadini a partire dal coinvolgimento in ogni scelta da attuare. Il tempo della resistenza ad ogni costo – conclude Vittoria Principe – è scaduto, bisogna cambiare pagina, cambiare attori, tutto ciò lo dobbiamo a chi ha riposto fiducia nelle urne, ma che non significa occupazione della cosa pubblica. Inutile sprecare ulteriore tempo, diamo la possibilità di poter ora intervenire prima che sia definitivamente tardi”.