Università
“Il sapere non è fatto per comprendere, è fatto per prendere posizione’

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Gli studenti della facoltà di scienze MM.FF.NN. dell’università degli Studi del Sannio, sono intervenuti oggi durante la seduta di laurea per leggere (con Ada de Matteo) una lettera ai docenti, agli studenti, ai laureandi e alle loro famiglie per “sensibilizzare gli animi e comunicare loro che la crisi che stiamo vivendo non riguarda solo il mondo universitario, ma è una crisi generalizzata e che solo iniziando a seguire, a interessarsi e a partecipare, si potrà far capire a questo governo che non possono più far finta di niente”.
“Vorremmo avere – è scritto nella missiva – la possibilità di condividere con voi alcune nostre paure; riflessioni maturate nel corso di questi mesi di protesta, sul tetto che occupiamo da venti giorni, ma che già in tempi non sospetti aleggiavano tra di noi come premonizioni del presente buio che adesso stiamo vivendo. Siamo l’ossatura di una piccola università nel cuore di un territorio non facilissimo e nel quale emergere ed affermarsi è tutt’altro che facile, a meno di avere spalle coperte o una strada già spianata. Nonostante queste difficoltà il nostro ateneo si è sempre distinto per obiettivi e risultati raggiunti, rappresentando una felice parentesi accademica nel profondo buio del sud Italia. Purtroppo anche questa oasi ben presto verrà spazzata via dalla nuova riforma, costringendola a divenire per sopravvivenza una meschina fabbrica di studenti e nulla più”.
“Ciò che una volta veniva chiamato “Diritto allo Studio” si estinguerà completamente dopo che la politica dei tagli indisciplinati e indiscriminati avrà fatto il suo corso: dopo di allora, venendo a mancare l’apporto economico dello Stato nei bilanci delle università, esse saranno costrette o a cadere nella trappola del privato, vera pietra tombale della pubblica istruzione o a mantenersi a carico degli studenti stessi, con un aumento generalizzato delle tasse universitarie, come noi studenti dell’Ateneo del Sannio, e le nostre famiglie, stiamo già vivendo sulla nostra pelle. ?Non tutto è ancora perduto e non tutto quel che c’è oggi è da buttare: parliamo dei nostri colleghi che oggi terminano parzialmente il loro percorso e a cui auguriamo un futuro roseo e ricco di soddisfazioni. Di questo futuro ne dovremo esserne noi gli artefici e assumerci le nostre responsabilità per rimediare ai nostri errori, in quanto siamo carnefici passivi e taciti di questo degrado che si è fatto avanti in tutti questi anni”.