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Crollo del pilastro del ponte ad Apice, Mesisca (Cgil): “Si accertino le responsabilità di chi lo ha costruito”

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Dopo il crollo di un pilone del ponte che collega Apice con Sant’Arcangelo Trimonte, sulla vicenda, è intervenuto il segretario generale provinciale della Fillea Cgil, Antonio Mesisca con la seguente nota.
“Oggi – scrive – nella nostra provincia si è sfiorata la tragedia. Una tragedia sotto certi aspetti annunciata. Sulla Provinciale che collega Apice con Sant’Arcangelo Trimonte e Paduli è crollato il pilone del ponte sul fiume Ufita. Un ponte ristrutturato solo nel 2002.
Un intervento di ristrutturazione apparso subito inadeguato; infatti, subito dopo averlo fatto si sono accorti che i piloni che reggevano la struttura erano poggiati sul terreno!
La motivazione, allora adottata, fu che l’azienda che aveva effettuato i lavori aveva asportato la ghiaia provocando l’abbassamento del letto del fiume. Ma procediamo con ordine.
Dopo il primo intervento di ristrutturazione del ponte, furono realizzati dei gabbioni per cercare di proteggere i piloni del ponte messi a nudo dall’asportazione degli inerti, ma alla prima piena una parte di loro scomparvero.
Si optò, così, per un secondo intervento realizzando un muro di cemento senza alcuna ancoraggio e senza ferro. Risultato? La prima piena porta via tutto compreso il pilone ed è stato per una pura causalità che non c’è stata tragedia. Interventi realizzati dal sistema di imprese locale, le quali avrebbero dovuto sentire ancora di più l’appartenenza al territorio.
Ma siamo solite storie italiane. Responsabilità progettuali? Si è intervenuti adeguatamente su un ponte del 1943? E ancora, una struttura vecchia poteva mantenere una struttura nuova molto più pesante e della vecchia? Come sempre, oggi pagano i cittadini con i disagi oltre al rischio, fortunatamente evitato, che qualcuno potesse avere serie conseguenze. Catastrofe della natura? No, tragedia sfiorata per colpa dell’uomo.
Tante le responsabilità da accertare, dalla progettazione dell’intervento, alle aziende che hanno svolto i lavori, a chi avrebbe dovuto controllare che il tutto si realizzasse secondo norma”.