Sindacati
ArtSannio, la Fp Cgil replica alla Uil: “Precisazioni ovvie da chi, da tempo, non segue la vicenda”

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“Per noi fare sindacato significa rappresentare con onestà e competenza chi ci dà la propria fiducia iscrivendosi. Non ci interessa fare gare, primeggiare sulla stampa, attribuirci il merito dei risultati che l’impegno quotidiano ci rende. Non pare che i nostri toni fossero di vittoria o trionfalistici. Semplicemente abbiamo informato sul passo in avanti fatto con la Regione, nell’ambito di una vertenza che languiva da mesi, e sulla quale siamo costantemente presenti e non a caso informati (si ricordi anche l’informazione sulle due istanze di fallimento che solo la Fp Cgil ha comunicato qualche settimana fa)”.
Replica così Giannaserena Franzè, segretario generale FP Cgil Benevento, che risponde alla nota inviata dalla Uil in merito alla vertenza ArtSannio.
“Abbiamo parlato – aggiunge – di un “primo segnale positivo”, di una nuova speranza, non certo della soluzione della vertenza. Vengono fatte precisazioni ovvie (la necessità della rendicontazione, la suddivisione di fondi), per chi segue la vertenza, evidentemente non per la Uil, che infatti da tempo non se ne occupa più, avendo dato già da mesi per “spacciati” quei lavoratori.
Oggi – continua la Franzè – si ridesta e interviene per bocca di chi non si è mai occupato della vicenda, e che evidentemente non comprende il senso delle nostre parole….L’invito a provvedere a chi di dovere, poi, è del tutto fuori luogo, le lavoratrici interessate si sono rese disponibili a fare un lavoro diverso dal proprio per mesi, in una saggia logica di solidarietà e condivisione della difficoltà, al contrario di quanto la Uil sosteneva, definendole snob.
Ci riprova nuovamente a creare spaccature e sciocchi antagonismi, che puntano a minare la speranza che si è riaccesa qualche giorno fa.
Ancora una volta sarà il tempo a dirci come la Cgil Fp lavora. Noi siamo accanto agli iscritti quotidianamente, procurando faticosamente risultati, piccole conquiste di civiltà del lavoro con umiltà. La CGIL – conclude la Franzè – è storicamente aperta al confronto ed alla collaborazione leale. Chi fa sindacato con altri mezzi, ricorrendo all’attacco personale, alla calunnia, si qualifica da sé”.