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Ex Consorzi Rifiuti, i lavoratori ai sindacati: “Non servono dimissioni dei commissari, ma risorse economiche”

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“Abbiamo letto, con molta attenzione, il comunicato stampa di Cgil, Cisl e Uil con cui chiedono le dimissioni dei tre commissari liquidatori. Dopo 38 mesi, di una vertenza tanto anomala da essere unica in Italia, siamo sfiniti. Con le residue forze rimaste interveniamo per proporre qualche concreta iniziativa”.
Inizia così la lettera inviata dagli ex lavoratori dei Consorzi Rifiuti Piero Mancini, Alberto Signoriello, Enzo Ulano e Antonio De Ianni.
“Le dimissioni dei tre commissari – scrivono – ai lavoratori non servono. Nella fretta i firmatari hanno chiesto le dimissioni anche del commissario del Consorzio Bn2, nominato da pochi mesi, che non segue la linea degli altri due, anzi proprio quella indicata dal sindacato. Questo, per noi, è molto indicativo dello spirito e di quanto sia rigoroso il comunicato in oggetto.
I commissari non le daranno. Lo sanno anche i sindacalisti. Costoro hanno già fatto analoga richiesta nell’ultimo incontro, nella sede del Centro provinciale per l’impiego, ottenendo un netto e motivato rifiuto.
Logicamente anche chi dovrebbe accettarle, Caldoro, non lo farà a poche settimane dalla fatidica data del 31 dicembre, quando tutti i Consorzi, operanti in regione, dovrebbero cessare le attività. Al loro posto Caldoro dovrebbe nominarne altri solo per firmare la definitiva liquidazione. Una richiesta, oggettivamente, insensata. E’ moralmente disdicevole giocare sulla nostra disperazione.
I sindacalisti – continua la nota – hanno avuto tanti mesi a disposizione per chiedere, e imporre, le dimissioni dei due commissari. Perché lo fanno solo oggi? Sembra proprio una richiesta pretestuosa!
Negli ultimi mesi i sindacalisti hanno annunciato vari incontri con le istituzioni regionali e nazionali. I due commissari per questo hanno congelato, ancora una volta, l’iter per la messa in mobilità, come richiesto proprio dai sindacati, all’inizio di agosto.
Il Tavolo regionale, con gli assessori Nappi e Romano, che i sindacati avevano verbalizzato di essere capaci di far convocare, il 3 settembre, non si è tenuto, e nemmeno si è a conoscenza se, e quando, si terrà.
Solo i due commissari, quindi, ancora una volta, hanno onorato gli accordi sottoscritti. Chi può affermare il contrario? Nella nostra drammatica condizione non abbiamo più tempo da perdere. Non si mangia con i comunicati, le richieste di tavoli che non si tengono, e neanche con le dimissioni dei commissari, se avvenissero.
Chiediamo, ancora una volta, disperatamente, risorse economiche. Chiediamo ai sindacati di muoversi concretamente, per ottenere ciò di cui abbiamo estremo bisogno: la Cig in deroga, come è nostro diritto, per gli anni 2011 e 2012.
E’ necessario imporre, anche con la lotta, all’Ormel di inserire all’ordine del giorno, della prossima riunione, il riconoscimento di questo diritto. Qualora il presidente dell’Ormel dovesse continuare a creare ostacoli, chiediamo ai sindacati di produrre esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli.
Per quanto riguarda il comportamento di tutti coloro che, nelle loro funzioni, hanno contribuito a creare questa disperante situazione, riteniamo assolutamente necessario l’intervento della magistratura, per individuare e far emergere le gravi responsabilità di ognuno.
Chi, e per quale “recondito“ motivo, ha creato uno scandalo su cui anche la pubblica opinione, inascoltata, chiede che venga fatto piena luce?
Chiediamo anche – prosegue la lettera – che finisca il ridicolo teatrino in cui viene rappresentato uno scaricabarile indecente: le colpe sono sempre degli altri.
Noi, lo ripetiamo, riteniamo che molti si siano assunti gravi responsabilità. Perfino i lavoratori hanno contribuito a complicare una vertenza già anomala, con suicide iniziative personali e divisioni, frutto di radicate illusioni, in alcuni e, in altri, l’incapacità di leggere e analizzare correttamente la vertenza.
Purtroppo la maggioranza, essendo di scarsa scolarità, ha manifestato gravi limiti su cui i marpioni di professione hanno giocato, e vinto, alla grande.
Questo, però, non è un buon motivo per mandare sul lastrico tante famiglie, in un contesto di crisi gravissima e con un costo della vita sempre più proibitivo. Tutto è opinabile.
L’unico fatto concreto, su cui nessuno può discutere, è che noi siamo parte lesa: gli unici a pagare, molto caro, per i giochi sporchi di alcuni.
Più di cento famiglie immolate sull’altare, per rafforzare il potere politico di Dominus senza scrupoli che, giorno dopo giorno, arricchiscono a dismisura le loro famiglie, a scapito di un popolo intero.
Ai sindacati confederali chiediamo se sono a conoscenza di quanti lavoratori che effettuano la raccolta differenziata, al nostro posto, usufruiscono, come è loro diritto, del contratto nazionale Federambiente.
Infine esprimiamo la nostra solidarietà ai due colleghi incarcerati a Caserta per aver lottato, insieme a molti altri, per ottenere gli stipendi che, da ben undici mesi, non ricevono.
Nel nostro strano Paese – concludono i lavoratori – si arresta chi difende la dignità e lotta per i propri diritti, e si tutela chi gestisce il sistema della corruzione. La repressione, storicamente, non ha mai intimidito coloro che si trovano in uno stato di grande bisogno materiale”.