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Sanità e assistenza in Campania. Tommaselli (FSI): “Il muro della Regione condurrà alla paralisi”

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“È necessario che la Regione Campania torni a dialogare con le organizzazioni sindacali nel prendere decisioni che incidono profondamente sulla qualità e quantità dei livelli essenziali di assistenza erogati dalla sanità. Il muro contro muro sta rischiando di condurre la sanità campana al rischio paralisi e spingendo i rappresentanti istituzionali locali all’angolo”.
Lo scrive in una nota Giovanni Tommaselli, segretario territoriale della Federazione Sindacati Indipendenti.
“La giurisprudenza, certo, – spiega Tommaselli – non sta avvalorando le scelte politiche effettuate dalla politica regionale negli ultimi tempi. Pensiamo alla sentenza della Corte Costituzionale che ha giustificato la possibilità dei creditori di poter aggredire i patrimoni dei debitori e per la sanità campana questo si è tradotto nel conseguente congelamento dei conti corrente di alcune ASL.
Nei fatti, il Commissario “ad acta” per la prosecuzione del Piano di Rientro, On. Caldoro, ed il sub Commissario, dr. Morlacco, a marzo emanarono il Decreto Commissariale n.23, pubblicato nel BURC n.18 del 2 Aprile 2013, che dettava, unilateralmente, le linee di indirizzo per la determinazione dei fondi contrattuali per l’anno 2013 per il personale del comparto sanità e della dirigenza medica, veterinaria e spta.
Non v’è dubbio – aggiunge il sindacalista – che occorre, nelle settimane a venire, un’adeguata contrattazione ed una ampia partecipazione democratica, perché si stanno andando a definire scelte che riguardano le attese ed i diritti dei cittadini e le concrete condizioni di lavoro degli operatori del settore.
Nella sanità campana, riteniamo che serva un governo che non divida e non separi “government” e “governance”, ma, piuttosto uno che tenti di riunificarli. Serve costruire anche relazioni informali con cui possibilmente i soggetti “non istituzionali” possano concorrere alla determinazione delle scelte politiche e programmatorie.
Agire in fretta – ammette – porta a commettere errori. Tuttavia, agli errori si può porre rimedio. L’importante è che ci sia la voglia di ascoltare tutte le posizioni in campo.
Al Presidente Caldoro – conclude Tommaselli – diciamo che è ora di sedersi intorno a un tavolo se realmente vogliamo salvare il salvabile, confrontandoci e scontrandoci pure, ma con lealtà, pur di giungere a una proficua sintesi e a una efficace proposta operativa di rilancio.
La F.S.I. non vuole proteggere posti di lavoro improduttivi, però, con altrettanta chiarezza diciamo che serve definire corretti e realmente incentivanti meccanismi di premialità, evitando budget demotivanti che poi legittimano interpretazioni delle norme per alcuni e applicazione per altri, al fine di garantire un’equità sostanziale e procedurale”.