Sindacati
Amts, negata ai dipendenti la busta paga della 14esima mensilità. Ugl e Faisa Cisal: “Atteggiamento dispotico”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota delle segreterie provinciali di Ugl trasporti e Faisa Cisal, in merito alla mancata retribuzione della della quattordicesima mensilità ai dipendenti dell’Amts e alla modifica della consegna dei cedolini paga.
“Le scriventi organizzazioni sindacali Ugl Trasporti e Faisa Cisal, sono costrette, ancora una volta, ad esprimere il proprio dissenso ed opporsi ad un comportamento aziendale che si può semplicemente definire dispotico ed autoritario.
E’ notizia degli ultimi giorni che la direzione aziendale ha deciso di modificare le modalità di consegna dei cedolini paga, o meglio che ciascun lavoratore non possa più accedere alla verifica del proprio prospetto paga, e ciò in base ad una decisione assunta arbitrariamente e senza apparente motivazione dal signor direttore, che in compenso si rende disponibile a fornire, ovviamente a chi lo chiedesse, le dovute spiegazioni.
Ci teniamo a precisare che, come di consueto, non è stata fatta una comunicazione espressa e generale in tal senso e che, pertanto, si tratta di una decisione che riduce l’efficienza, peggiora l’organizzazione del lavoro e procura ulteriore insoddisfazione tra i lavoratori di un’azienda che ha già tanti problemi da affrontare e risolvere.
Le Scriventi con il presente comunicato ricordano che, ai sensi della legge n. 4 del 1953, il “datore di lavoro ha l’obbligo di corrispondere ai lavoratori la retribuzione a mezzo di prospetti paga, pena sanzioni amministrative” affinché il dipendente possa controllare che non ci siano stati errori contabili.
E’ noto a tutti la situazione di insolvenza in cui versa la nostra azienda, che deve ancora corrispondere ai suoi lavoratori la 14 ma mensilità e gli emolumenti del mese di luglio; se a tale disagio si aggiunge anche la nuova regola, dettata arbitrariamente da un’azienda di fantozziana memoria, di recarsi dal proprio dirigente per ritirare la busta paga ed impedire a chi subisca” il timore reverenziale del capo” di reclamare anche i propri elementari diritti, allora siamo proprio sull’orlo di un fallimento, non solo economico finanziario, ma civile e culturale.
Le suddette sigle allora, contestando la nuova situazione che si può palesemente definire illegale, ribadiscono e ricordano alla direzione aziendale che qualsiasi cambiamento nell’organizzazione del lavoro vada comunicato alla generalità dei dipendenti con mezzi idonei e moderni ( e-mail, intranet aziendale) e con atti condivisi quanto più possibile con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, ponendo fine a queste incessanti abusi della propria posizione lavorativa nei riguardi dei dipendenti, sottoposti ad un vincolo gerarchico”.