Medio Calore
Sant’Angelo a Cupolo, l’opposizione denuncia: “Durante l’ultimo Consiglio atteggiamenti prepotenti e dittatoriali”
Ascolta la lettura dell'articolo
Clima incandescente nell’aula consiliare di Sant’Angelo a Cupolo, dove l’ultima seduta del Consiglio comunale si è trasformata in un vero e proprio scontro istituzionale. A denunciarlo sono i consiglieri di minoranza di ‘Liberamente’. In una nota stampa parlano di atteggiamenti “prepotenti e dittatoriali” da parte del Presidente del Consiglio, Gennaro Pontillo, accusato di aver negato la parola ai membri dell’opposizione e di aver minacciato l’intervento delle forze dell’ordine.
Secondo quanto riportato dai consiglieri, la seduta sarebbe stata convocata senza garantire i tempi e i documenti necessari per esaminare gli atti. Le richieste di chiarimento e di intervento sarebbero state respinte con toni accesi, fino a costringere l’opposizione ad abbandonare l’aula “per difendere la dignità delle istituzioni”.
Durissime le parole di Antonio Tornusciolo, Capogruppo di minoranza: “A Sant’Angelo a Cupolo è morta la democrazia e il diritto alla parola. Il Presidente del Consiglio ha trasformato il suo ruolo di garanzia in uno strumento per zittire il dissenso. Non è solo l’opposizione a perdere, ma tutti i cittadini”.
Critiche anche al Sindaco De Pierro, accusato di non essere intervenuto per ristabilire l’ordine e di aver assistito “inerme e spaesato” alle azioni del Presidente. La Segretaria comunale, secondo i presenti, avrebbe chiesto il permesso di parlare, mortificando così il proprio ruolo istituzionale.
Secondo la minoranza, la vicenda ha suscitato forte sconcerto tra i cittadini presenti, in particolare tra i giovani che si avvicinano alla politica. “Che esempio stiamo dando alle nuove generazioni? Che la forza vince sul dialogo? Non è questa la Sant’Angelo a Cupolo che meritiamo”, hanno commentato i consiglieri.
L’opposizione ha annunciato che chiederà un incontro urgente con il Prefetto per garantire il rispetto delle regole democratiche e dello Statuto comunale. “Non rappresentiamo solo noi stessi – hanno concluso – ma la voce della nostra gente. E non possiamo accettare che la democrazia venga ridotta a una caricatura”.


