CULTURA
Anche il centro storico di Benevento diventa set della nuova serie Rai sul rapimento di Farouk Kassam
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Benevento torna sotto i riflettori come set cinematografico d’eccezione. Da ottobre le riprese della nuova serie in onda su Rai 1 “177 Giorni. Il rapimento di Farouk Kassam” stanno infatti attraversando Sardegna e Campania, facendo tappa nel Sannio tra Melizzano e il capoluogo, dove oggi è stata programmata una nuova intensa giornata di lavorazione.
Questa mattina, la troupe ha girato alcune sequenze nel suggestivo Chiostro di Santa Sofia e a Palazzo Paolo V, due dei luoghi più iconici del patrimonio storico beneventano. Nel pomeriggio, invece, il set dovrebbe proseguire nella sede comunale per poi spostarsi in via Torre della Catena, dove l’attore Marco Bocci sarà protagonista di una scena ambientata in una salumeria locale.
“177 Giorni. Il rapimento di Farouk Kassam” è una serie in sei episodi coprodotta da Rai Fiction e Bim Produzione (Gruppo Wild Bunch), prodotta da Riccardo Russo e distribuita a livello internazionale da Mediawan Rights. Alla regia c’è Carlo Carlei, già noto per titoli di successo come Fiori sopra l’Inferno, La Fuggitiva e I Bastardi di Pizzofalcone.
I protagonisti sono Marco Bocci, nei panni di Fateh Kassam, e l’attrice francese Antonia Desplat, che interpreta Marion Bleriot, i genitori del piccolo Farouk Kassam. Il bambino venne rapito il 15 gennaio 1992 a Porto Cervo da un gruppo di criminali sardi guidati dal bandito Matteo Boe: un caso che scosse profondamente l’opinione pubblica italiana.
A oltre trent’anni di distanza, la serie ripercorre gli interminabili sei mesi di indagini, ricerche e speranze che portarono alla liberazione del piccolo Farouk e all’arresto dei suoi sequestratori. Un racconto potente che fonde true crime, detection story e family drama, offrendo anche uno spaccato dell’Italia degli anni Novanta e del ruolo decisivo dei media e della comunità nella vicenda. Tra i personaggi coinvolti spicca anche la figura di Graziano Mesina, il più noto bandito sardo della storia.
La serie è firmata da Lea Tafuri – anche headwriter – affiancata da Antonio Manca e Vincenzo Marra, ed è ispirata al libro “Mio Figlio Farouk. Anatomia di un rapimento”, scritto da Fateh Kassam con la collaborazione del giornalista Marco Corrias.



