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Caritas, attività temporaneamente sospese. Zagarese chiarisce e precisa: “Le istituzioni pubbliche devono garantire servizi primari”

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“Poiché diversi articoli sono usciti sulla stampa con notizie non sempre precise, e altrettanto sui social, ritengo doveroso, senza alcun spirito di polemica, ma in ossequio alla verità dei fatti, chiarire quale sia stato il succedersi degli eventi che hanno portato alla momentanea sospensione di servizi svolti dalla Caritas diocesana di Benevento nel corso degli anni”. Inizia così la nota a firma di Pasquale Zagarese, direttore della Caritas di Benevento.
“C’è da premettere, anzitutto, che, quando si parla di servizi essenziali alla persona, ogni decisone dovrebbe essere guidata da ascolto, coordinamento e rispetto tra tutti gli attori che intervengono a vario titolo e secondo le proprie mission istituzionali. Purtroppo, quanto accaduto nelle scorse settimane presso la Cittadella della Carità di Benevento racconta tutt’altro.
Con un preavviso minimo – spiega Zagarese – il Comune effettuava infatti un sopralluogo annunciando l’imminente inizio di lavori di ristrutturazione che avrebbero interessato una già ampia zona del complesso di via San Pasquale, concesso dal Comune in comodato d’uso alla Caritas Diocesana nell’ambito dell’accordo di collaborazione in sede di progetto Stazione di Posta, per l’espletamento delle sue attività caritatevoli a servizio di persone bisognose afferenti al territorio sannita.
La Caritas, da parte sua, avrebbe (come da sempre ha fatto) offerto i servizi previsti anche nell’ambito dello specifico progetto, sostenendone in modo esclusivo le spese. Dopo poco il sopralluogo, una formale comunicazione del Comune alla Caritas confermava e ampliava la zona oggetto di ristrutturazione.
Si è trattato di un intervento – continua – che ha colto tutti di sorpresa, costringendo la Caritas a sospendere immediatamente diversi servizi fondamentali per liberare i locali nel rispetto dei termini strettissimi indicati dal Comune. La conseguenza, inevitabile, è che alcuni servizi difficilmente potranno essere ripristinati in tempi brevi. E parliamo di attività che ogni giorno garantivano accoglienza, orientamento e sostegno concreto a decine di persone in difficoltà.
La decisione ha avuto pertanto un impatto immediato su una realtà che da anni – con continuità e spirito di servizio, sempre aperta alla collaborazione reciproca con altre istituzioni e forze dell’ordine – è punto di riferimento per la fragilità sociale del nostro territorio.
Da tempo, come Caritas, abbiamo richiesto formalmente ai Servizi Sociali del Comune di Benevento – capofila del Piano Sociale di Zona – di inserire nel nuovo Piano di Zona il servizio di mensa per i poveri, riconoscendolo come essenziale e strutturale per il contrasto alla povertà. Non si può continuare a dare per scontato che certi compiti debbano essere svolti sempre e solo dalla Caritas e quindi dalla Chiesa. Le istituzioni pubbliche hanno una responsabilità diretta nel garantire questi servizi primari.
A tal proposito, la Caritas riconosce gli sforzi dell’Amministrazione comunale nell’averle elargito, lo scorso anno, un contributo economico per le attività della mensa che hanno costi considerevoli. Nei diversi incontri avuti con i Servizi Sociali del Comune, era emersa la volontà di includere lo specifico servizio mensa nel Piano di Zona attualmente in fase di revisione.
Tuttavia, in quegli stessi incontri, mai ci è stata comunicata in modo chiaro e definitivo la destinazione della Cittadella, né tantomeno le tempistiche dei lavori attualmente annunciati. La Caritas, pur essendo partner del Progetto Stazione di Posta, non ha mai conosciuto, e tantomeno condiviso in fase programmatica e di sottoscrizione dell’accordo di partenariato, il cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione riguardanti l’immobile di via San Pasquale.
Personalmente, come direttore della Caritas, posso dire di avere sempre mantenuto un rapporto costruttivo e dialogico con il Sindaco e con la Giunta comunale, che ringrazio per la loro disponibilità e sensibilità all’ascolto.
Alla luce di ciò, suscita naturale perplessità non la scelta di ristrutturare la Cittadella di via San Pasquale, ma la modalità e le tempistiche con cui è stato unilateralmente gestito l’intervento, che ha di fatto interrotto servizi vitali senza alcuna pianificazione condivisa.
Con questa nota non s’intende affatto alzare i toni, ma porre una questione di metodo e responsabilità. Restiamo disponibili a collaborare con l’Amministrazione per trovare insieme soluzioni efficaci e sostenibili.
Riteniamo – conclude Zagarese – però che decisioni che hanno ricadute sociali rilevanti non possono essere prese in assenza di preventivi e reali confronti con chi quelle ricadute le vive e le gestisce sul territorio. Resta inoltre necessario che le Istituzioni riconoscano e valorizzino il ruolo delle realtà sociali, non come vicarianti del pubblico, ma come partner attivi ad ogni livello, operativo e programmatico, in un percorso condiviso di cura delle fragilità”.