POLITICA
Alto Calore, Graziano (Pd): “Aumenti non obbligatori, serve tariffa unica regionale”

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Nel pieno di una crisi idrica che sta mettendo a dura prova molte comunità irpine e sannite , la recente proposta di aumenti tariffari per il servizio idrico gestito dall’Alto Calore continua a suscitare forti discussioni. A intervenire, in un’intervista rilasciata all’edizione avellinese de “Il Mattino” è Stefano Graziano, deputato Pd e uno degli artefici della legge regionale 15 del 2015 sul riordino del servizio idrico integrato e sull’istituzione dell’Ente idrico campano.
Secondo Graziano, gli aumenti annunciati non rappresentano un obbligo imposto dalle regole di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ma una scelta politica discutibile. Le regole Arera parlano di aggiornamento dello schema regolatorio, non di aumenti obbligatori delle tariffe”, afferma il parlamentare eletto nel collegio Benevento-Caserta, che invita a tornare a una “interpretazione più autentica della legge regionale”.
L’aumento delle bollette idriche – secondo Graziano – è stato adottato come soluzione più facile, ma anche più dannosa. “Siamo di fronte ad una decisione politica che nulla ha a che fare con altri aspetti. Si è deciso di utilizzare l’aumento tariffario per risolvere problemi che potevano essere affrontati con altre opzioni e maggior rigore”.
Un tema centrale è quello della disparità tra territori: l’Irpinia, “cassaforte dell’acqua di Campania e Meridione”, si trova a pagare tariffe più alte nonostante fornisca la risorsa idrica. Una situazione definita “paradossale” dal deputato, che denuncia anche come i costi per debiti pregressi siano stati scaricati sui cittadini nonostante i fondi accantonati dalle gestioni precedenti.
Per il deputato occorre tornare all’introduzione di una tariffa unica regionale che metta fine alle disparità tra le aree interne e le zone più densamente popolate. “Altre strade non solo sono possibili, ma è doveroso percorrerle”, spiega Graziano.
La soluzione prospettata punta a un sistema di perequazione che spalmi i costi in modo più equo sull’intero territorio campano. Questo include la necessità di superare l’attuale sdoppiamento del distretto idrico Calore Irpino in due aree provinciali, Irpinia e Sannio, che ha portato a squilibri tariffari e giuridici. “Nella legge regionale si prevedeva un distretto unico per Irpinia e Sannio proprio per evitare queste storture”.
Anche la metodologia dell’adeguamento tariffario viene messa in discussione. Pur riconoscendo che un aggiornamento periodico fosse necessario, il deputato contesta la scelta “rapida e poco misurata”, presa “da pochi sindaci e qualche tecnico poco avveduto” e imposta sulle spalle di molti amministratori locali che non la condividono. E nel caso dei 31 comuni sanniti ancora sotto la gestione Alto Calore si tratta di un aumento su cui non hanno potutoneanche esprimersi.
Infine, il deputato lancia un appello al Comitato esecutivo dell’Ente idrico campano, chiamato a ratificare la proposta: “Spetta a loro tracciare la strada – dice – bisogna riflettere bene e puntare a un equilibrio economico-finanziario con una visione corretta e condivisa del territorio campano”.