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Scuola ‘Federico Torre’ e gallerie, il Comitato denuncia irregolarità nei progetti

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I portavoce del Comitato “Basta opere inutili e dannose. Difendiamo la vivibilità. No alle gallerie”, Giovanni Giusti, denuncia irregolarità nella progettazione e gestione dei lavori per le scuole “Federico Torre” e “Nicola Sala” e per le gallerie a Benevento. Tra le criticità evidenziate, manipolazioni di dati tecnici, varianti non giustificate e ritardi nelle indagini geotecniche.
“L’ultimo posto utile per l’ottenimento dei finanziamenti per l’abbattimento degli edifici delle scuole ‘Federico Torre’ e ‘Nicola Sala’ fu conseguito modificando, in corso di gara, gli indici di rischio sismico, mediante l’assunzione di un valore inferiore dell’accelerazione capacitiva. In sede di elaborato di valutazione della vulnerabilità sismica, i due redattori avevano calcolato tale indice mediante il metodo parametrico, che consiste nel moltiplicare due fattori tabellati: una banale operazione aritmetica, che li aveva condotto al prodotto pari a 109cm/sec².”
“In corso di gara, ognuno dei due, e separatamente, firmò un documento che affermava che tale accelerazione aveva il valore di 40cm/sec², ottenuto con un calcolo a mano, mai mostrato. Ce va sans dire che i due documenti firmati, identici, siano stati concordati tra i due e con il committente. Nella pulsione a correggere, dimenticarono che li avevano già fatti a mano; altra ipotesi è che chi redasse il documento non sapesse che il calcolo parametrico era manuale.”
“Nell’ultima versione – si legge ancora nella nota – del progetto, la cui realizzazione è stata avviata da poco, compare una relazione di variante che, alla pagina 6 di 9, contiene un paragrafo ‘IMPREVISTI IN CORSO DI REDAZIONE DELLA PERIZIA’.”
“Quali sono i motivi che hanno indotto ad elaborare una variante di progetto in corso d’opera? L’articolo 120 del Codice dei Contratti Pubblici DLgs36/2023 definisce i casi in cui si possono modificare i contratti in corso d’opera e, al comma 1c, elenca le ‘circostanze imprevedibili da parte della stazione appaltante’…”
“Nel paragrafo iniziale della relazione ‘CRONOLOGIA’ si elencano tre motivi a base della variante: 1. introduzione di tecniche finalizzate a ridurre i tempi di esecuzione; 2. eliminazione dell’auditorium, 3. eliminazione dei sistemi frangisole e dell’impianto fotovoltaico.
“Una semplice comparazione evidenzia la totale incongruenza con il dettato legislativo, ma v’è di più. Quali sono gli imprevisti, ulteriori, in corso di elaborazione della variante? Il rinvenimento di tubazioni pluviali di cemento amianto e di fasce bituminose sull’estradosso del solaio di copertura.”
“La legge parla di ‘dovuta diligenza in fase di progettazione’ e questi hanno la faccia tosta di denominare imprevisti le pluviali a vista e le guaine bituminose, due cose banali che divengono due eccezionalità. Se nei casi precedente siamo a Zelig, nel terzo siamo al gioco delle tre campanelle.”
“Viene mostrata – prosegue – una sezione retta delle fondazioni, con il piano di posa dell’ala della trave rovescia a ‐3,10m dal piano di calpestio. Nella relazione si afferma che il reticolo di trave rovesce (che non hanno alcunché di particolare) interferisce con la fondazione dell’edifico in progetto, costituito da due piastre spesse 0,80m e 1,20m.”
“La lettura del disegno mostra che il piano fondale è a ‐4,50m dal piano di calpestio ossia 1,40m sotto il piano di posa dell’edificio esistente: il che vuol dire che tutto andava smantellato per formare un vuoto con il fondo a ‐4,50m. Dove sta l’interferenza? Una miserevole scusa per cambiare il tipo di fondazione da diretta a profonda; infatti, il progetto variante prevede pali su plinti, con un costo amplificato.”
“In corso di costruzione, i consulenti geotecnici per le fondazioni del viadotto, che attraversa il Fiume Sabato e la ferrovia Benevento‐Avellino, furono il Prof. Ing. Carlo Viggiani e l’Ing. Donato Ferro. Coerentemente con quanto ha insegnato, il Prof. Viggiani impose di cambiare le fondazioni dei pilastri del viadotto da profonde a superficiali ossia da palificate a piastre: è una bestemmia fare fondazioni profonde in ghiaia. La cosa generò una tremenda incazzatura della ditta Provera e Carrassi. Terminata la consulenza, i due non furono più chiamati.”
“Si legge scritto nella delibera del 14 ottobre 2022 n°191: ‘In data 27 novembre 1989, a seguito delle risultanze geotecniche dei terreni attraversati dalla galleria in via Martiri di Ungheria, fu elaborata una ulteriore perizia di variante dell’importo complessivo di £. 31.500.000.000 con una maggiore spesa di £. 5.500.000.000 che non fu mai Finanziata’.”
“Il contratto d’opera con la ditta Provera e Carrassi era stato firmato il 18 gennaio 1988. Si deve dedurre che le indagini geotecniche siano state fatte ex post ossia quasi due anni dopo l’avvio dei lavori. Si resta sconcertati. Questo elemento va ad aggiungersi a tutti i rilievi che abbiamo mosso finora alla documentazione procedurale e rafforzano il giudizio di assenza di progetto.
“Va ricordato la determina dell’ufficio tecnico (determina 217 del 23 giugno 2025), che contiene un documento di indirizzo alla progettazione, che richiede altre risorse economiche per studiare il collegamento ferroviario tra le parti della città.”
“Un assurdo, che proseguendo sulla linea di spararla sempre più grossa, la giunta comunale ha trasformato in delibera, pubblicandone gli annessi solo dopo sollecitazioni e prese di posizione di comitato e altri organismi. Tutte le leggi sui lavori pubblici tracciano un percorso rigoroso che va esplorato con la regola dell’arte. Esse hanno un obiettivo fondamentale: evitare le variazioni di progetto e, nel caso vi siano, fuori dai casi indicati dal codice, individuare il responsabile e fargli pagare l’errore.”
“Per le opere finanziate dal PNRR, è stato introdotto un criterio molto stringente, detto DNSH, acronimo, che sta per DO NOT SIGNIFICANT HARMING. Le opere devono essere giustificate da bilanci energetici e da rapporti costo‐benefici favorevoli. Nulla di tutto questo si ritrova nell’incartamento deliberato dal Comune di Benevento.”
“Il finanziamento per le scuole Torre e Sala appartiene al PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA – PNRR – Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici – Investimento 1.1: Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici. Nel progetto, ora in esecuzione, sono stati ridotti gli isolamenti delle pareti e tolto l’impianto fotovoltaico, rendendo così energivora la conduzione dell’edificio.”
“È lecito che delle regole statuite da leggi in vigore sia fatta strame? È lecito che gli interessi della comunità siano gestiti in modo avventuristico da soggetti pagati con le risorse della comunità? […] Con grande sacrificio, chiedo: quanti dei vostri risparmi affidereste a questa gente?”, conclude il comitato