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ECONOMIA

Dazi, Fusco (CIA): “Penalizzato il vero Made in Italy, usare fondi PNRR per compensare le perdite delle imprese”

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“Più che un accordo, questa intesa commerciale appare come un compromesso al ribasso che rischia di mettere in ginocchio l’agroalimentare campano, a partire da vino, olio, formaggi, pasta e conserve”. A dichiararlo è Carmine Fusco, Commissario di Cia-Agricoltori Italiani Campania, che interviene sul tema dei dazi Usa al 15% sull’import agroalimentare europeo, sottolineando i pesanti effetti economici attesi per i prodotti italiani ed in particolare per quelli campani.

“Il vero danno – spiega Fusco – non sta solo nei dazi, ma in una combinazione devastante con il tasso di cambio euro-dollaro. Il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro ha, infatti, già generato uno squilibrio che incide fino al 25% sul prezzo finale percepito dal consumatore americano. Se a questo aggiungiamo i dazi del 15%, arriviamo ad un aumento medio del 40% per una bottiglia di vino italiano e per tutti gli altri prodotti in scaffale. A pagarne il prezzo sarà il Made in Italy autentico, quello che nasce nelle campagne del Sud, nei nostri vigneti, uliveti, laboratori caseari, pastifici, aziende conserviere e non solo i grandi marchi di altre regioni più strutturate all’export”.

Fusco punta il dito contro una narrazione che spesso esalta il Made in Italy come un’etichetta unica, senza distinguere le vere radici territoriali del prodotto: “I riflettori sono spesso puntati su brand forti del Nord, ma l’Italia vera, agricola e produttiva, è anche e soprattutto quella delle aree interne, come ce ne sono in Campania, con eccellenze come l’olio extravergine, la mozzarella di bufala, il vino Aglianico, la Falanghina, i cereali ed i pomodori di alta qualità. Eppure, questi territori sono più esposti perché meno capaci di reggere l’urto di una competizione globale alterata da dazi e valute”.

Per il Commissario Regionale della CIACampania , il rischio concreto è un crollo dell’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti, che nel 2024 ha raggiunto i 7,8 miliardi di euro. Gli aumenti di prezzo comprometteranno la competitività dei nostri prodotti a favore di alternative più economiche provenienti da Paesi terzi come Turchia, Tunisia e Sud America, che godono di tariffe doganali più vantaggiose.“Il vino – ricorda Fusco –  è il comparto più esposto, con gli Usa che rappresentano il nostro primo mercato extra-Ue. Ma anche l’olio extravergine campano rischia grosso: la concorrenza sleale di prodotti a basso costo e la svalutazione dei prezzi interni potrebbero causare gravi danni economici ed occupazionali.”

Nel mirino anche il settore lattiero-caseario: “La Mozzarella di Bufala campana, è un prodotto bandiera del nostro export ma con un aumento dei prezzi di questa portata, rischia di essere sostituito da prodotti scadenti”.

Fusco conclude con un appello alle istituzioni: “Serve una difesa vera del Made in Italy, e soprattutto di quello campano e di tutto quello meridionale. L’Europa non può permettersi di firmare accordi che non proteggono i produttori reali. Chiediamo al governo italiano ed all’Ue misure compensative immediate, sgravi fiscali per le imprese agricole ed una politica di cambio monetario più attenta agli interessi dell’export. Inoltre è necessario valutare l’impiego di una parte delle risorse del PNRR per sostenere quelle aziende che, a causa dei dazi e della forza dell’euro, vedranno ridursi drasticamente il proprio fatturato. Il PNRR può e deve diventare uno strumento concreto per tamponare una perdita che rischia di compromettere filiere vitali per l’economia della Campania, del Mezzogiorno e dell’intero Paese.”

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